“Ancora non so perché ho detto di si, perche’ sono tornato, ho risposto senza pensarci, ho fatto una battuta con Di Benedetto dicendogli che non c’è una ragione per cui dovevo lasciare la qualità di vita che c’è a Londra, il lavoro che avevo con la nazionale, non c’è un motivo per tornare qui a Roma dove c’è un tutti contro tutti, e ragion per cui ho detto si”. Così si presentò Franco Baldini per il suo ritorno a Roma. Parole che ad alcuni sono sembrate incomprensibili altri le hanno interpretate come un grande atto d’amore per una città che comunque ha segnato nel bene e nel male il dirigente toscano. Ed ora a distanza di due anni da quelle dichiarazioni Franco Baldini ha deciso di dire addio, una volta per tutte, alla società giallorossa e alla Capitale. I risultati sotto la dirigenza americana non sono certo memorabili, anzi, la pazienza del tifoso romanista è stata messa a dura prova con Luis Enrique prima e con il binomio Zeman Andreazoli poi, e a farne le spese è stato il dg che ha deciso di presentare le dimissioni in comune accordo con la Roma. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata senza dubbio la sconfitta in finale di Coppa Italia contro i cugini della Lazio in quel caso Baldini davanti i microfoni ha dichiarato che la colpa, la responsabilità di una stagione così nera era soltanto sua: “Tutte le responsabilità sono mie. Ho avuto carta bianca. Ci mancano un paio di giocatori con determinate caratteristiche, sono sicuro che trovando un tecnico meno percepito come supplente come lo è stato Andreazzoli possa aiutare a tirar fuori quelle caratteristiche”. Parole d’addio, eppure se il tifoso giallorosso pensa a Baldini più di un sorriso gli scappa, con lui la Roma ha vinto uno scudetto e dalla sua bocca non sono uscite solo dichiarazioni di resa e di ammissione di colpa ma anche frecciate contro un sistema malato, sbagliato controllato solo da pochi, quel Baldini si che incarnava a pieno lo spirito romanista.
Lorenzo Amadio
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