Jurgen Klopp e Eusebio Di Francesco hanno molte similitudini. Per le origini sul campo, anche se Difra era in assoluto un po’ più bravo, per la cultura del lavoro e per le idee di gioco. La differenza principale sta nel fatto che Klopp è un estremista nato. Altro che Normal One, come si era definito il giorno dell’arrivo a Liverpool in contrapposizione allo Special One Mourinho. Non è uno che cerchi di passare inosservato: i comportamenti in campo sopra le righe e la comunicazione improntata al sarcasmo sono alla base del suo modus operandi. Di Francesco invece preferisce presentarsi sereno e composto, durante le partite è coinvolto, ma impeccabile ed è semmai ironico, non sarcastico. Come riporta Il Messaggero, entrambi si affidano al possesso palla e alle azioni dal basso, e dicono no al tikitaka. Klopp ha in qualche modo (re)inventato il gegenpressing, cioè la riaggressione, il pressing lanciato appena perduto il controllo del pallone, cui segue la verticalizzazione immediata. Di Francesco preferisce alternare fasi di pressing alto ad altre più dedicate alla chiusura delle linee di passaggio. La differenza, all’andata, l’ha fatta lo strapotere fisico dei Reds, ora la Roma targata Difra è chiamata ad un’altra impresa.