Corriere della Sera (G. Piacentini) – Da una parte c’è un allenatore, Mourinho, che appena può chiede rinforzi: “Direttore, un piccolo sforzo”, ha detto ridendo (ma non troppo) dopo aver fatto irruzione durante la conferenza stampa di Pinto venerdì scorso.
Dall’altra c’è un g.m., lo stesso Tiago, che prima del match con l’Udinese ha chiuso le porte (“Ne riparliamo a gennaio”) al possibile arrivo di un difensore svincolato per completare il reparto. In mezzo c’è una difesa, quella giallorossa, che comincia a perdere colpi.
E se prima di Udine era stato un punto di forza, con un solo gol subìto in quattro partite (l’imprendibile calcio di punizione di Vlahovic contro la Juve), la quaterna rimediata ad Udine è stata un vero e proprio schiaffo, che ha evidenziato alcune difficoltà mascherate dai “clean sheet” (15 nel 2022 tra campionato e coppe) degli ultimi mesi.
Due dei quattro gol sono degli errori individuali: il primo di Karsdorp che ha letteralmente regalato il pallone dell’1-0 ad Udogie; il secondo di Rui Patricio, che ha valutato male il rimbalzo sul tiro da fuori di Samardzic.
Sotto osservazione, quindi, c’è tutto il reparto, che finora si è retto principalmente sulla qualità di Smalling. Aveva pensato di gestire i centrali, Mourinho, ma l’infortunio di Kumbulla gli ha complicato i piani. Per risparmiarne uno, il tecnico potrebbe decidere di tornare alla difesa a quattro: in quel caso avrebbe tre calciatori da alternare per due maglie.
Finora nelle occasioni in cui il portoghese a partita in corso è passato alla difesa a quattro, il sacrificato è stato Mancini, vice capitano della squadra e suo uomo di fiducia. Un altro motivo per cui Mourinho non vorrebbe rinunciare alla difesa a tre e continua a chiedere un difensore a Pinto: si è proposto Maksimovic, ma prima deve uscire uno tra Coric e Bianda.