Il Corriere Dello Sport (R.Maida) – I conti devono quadrare, certo. Ma il significato è duplice: da un lato bisogna sistemare il bilancio, dall’altro aumentare il tasso di competitività della squadra. Non sarà facile, considerando che al 99 per cento la Roma sarà impegnata nel playoff di Champions League e quindi fino al 24 agosto non conoscerà con esattezza se e come disporre delle proprie risorse fresche. Eppure è una necessità di cui i dirigenti, a partire dal presidente Pallotta, sono perfettamente consapevoli.
DAL BASSO – «Ci rinforzeremo soprattutto in difesa» ha detto proprio Pallotta qualche mese fa. E così i nuovi arrivi, dietro, possono essere due o tre. Un difensore centrale, se parte Rüdiger nella strategia del gatto maculato, un terzino sinistro che sappia fare il titolare, in caso di addio a Digne, e infine un destro che possa far tirare il fiato a Florenzi.
OPZIONE – Tra i centrali è spuntato il nome di Aleksandar Dragovic, ambidestro, famiglia serba ma austriaco di nascita. Classe ‘91, titolare della sua nazionale, gioca nella Dinamo Kiev ed è stato seguito spesso da Sabatini. Interessa anche al Borussia Dortmund che secondo i media tedeschi ha preparato un investimento da 10 milioni. Non è un’operazione alla Benatia, che pure rimane plausibile. E’ più un progetto a medio termine.
OBBLIGHI – Ma nella rosa servono soprattutto giocatori italiani da inserire nelle liste: in questo momento la Roma ha tre giocatori venuti dal vivaio (Totti, De Rossi, Florenzi) e altrettanti di formazione italiana (Nainggolan, De Sanctis, El Shaarawy). A questi ne può aggiungere altri 17 che sono stranieri più tutti gli Under 21 che vuole (quindi il brasiliano Gerson può essere tesserato senza problemi). Ma la rosa sarebbe un po’ corta. E allora per completare il quartetto di casa una possibilità è il lancio Federico Ricci, l’esterno che ha spopolato a Crotone, mentre per il quarto italiano il giocatore giusto può essere Mimmo Criscito, che ha un legame molto forte con Spalletti cementato allo Zenit: Criscito è un terzino buono per tutte e due le fasce, un po’ come l’argentino Ansaldi del Genoa che Sabatini ha in pugno da tempo. Caceres invece è un profilo diverso, centrale oppure terzino destro, e verrà valutato più avanti essendo svincolato dalla Juventus: molto dipenderà dalla guarigione dopo l’intervento al tendine d’achille.
ATTACCO – E se a centrocampo la Roma si sta organizzando in caso di partenza di Pjanic o Nainggolan (Witsel sarebbe la prima scelta, Spalletti ha un canale preferenziale), il grande dubbio è in attacco dove non è stato ancora risolto l’equivoco Dzeko: escluso da Spalletti sette volte nelle ultime otto partite, ha uno stipendio alla portata delle grandissime squadre – circa 4,5 netti a stagione – e un contratto lunghissimo che lo induce a riflettere sul suo futuro. Se resterà, anche da comprimario, guadagnerà comunque come i centravanti top fino al 2020, quando compirà 34 anni. Da qui la sua voglia di rimanere a Roma. Per la sua sostituzione Sabatini ha cercato tanti giovani emergenti, quasi tutti provenienti dalla fucina francese: da Alexandre Lacazette, stella francese del Lione, a Michy Batshuayi, intrigante belga del Marsiglia. Ma finché Dzeko non si muove, la Roma non potrà investire 30-40 milioni (ingaggio incluso) su un professionista delle aree di rigore.