Il Messaggero (M.Ferretti) – Non conta mantenere più di un’ora la porta inviolata se poi, alla fine, non riesci a riportare a casa neppure lo straccio di un punto. Perché non conta difendersi e basta: servirebbe farsi vedere anche in avanti, e la Roma contro la Juventus dalle parti di Buffon si è fatta vedere davvero poco.
IL MURO PASSIVO – Come ampiamente previsto, alla fine Luciano Spalletti ha optato per la difesa a tre, con De Rossi arretrato tra Manolas e Ruediger. Una scelta rischiosa, ma per certi versi obbligata dopo che contro il modestissimo Verona la linea a quattro aveva fatto acqua da più parti. E così De Rossi nel giro di una settimana è passato dal ruolo di mezzala a quello di difensore centrale: un po’ troppo, ne converrete, ma evidentemente il tecnico di Montespertoli non poteva farne a meno. Del resto, alla vigilia non aveva detto proprio lui che una grande squadra è quella che sa modificare costantemente atteggiamento tattico? Ebbene, se cambia il modulo possono cambiare anche gli interpreti. Tutto vero, almeno sulla carta. Perché poi la realtà può rivelarsi diversa da quanto ipotizzato a tavolino. Tipo, difesa a cinque altro che tre. E con due centrali su tre, De Rossi (non per l’insulto a Mandzukic) e Ruediger, ammoniti che il quarto d’ora non era ancora arrivato. Non una bella notizia, nell’economia della partita. Di certo, a tre o a cinque la Roma ha interpretato (o è stata costretta a farlo) la prima frazione in chiave puramente difensiva, con Dzeko abbandonato al suo destino legato a doppia mandata con Chiellini e Salah latitante nelle zone più decisive del campo. Ritmi bassi, a ben pensarci.
LA ZAMPATA – E spettacolo assente, a vantaggio di un esasperato tatticismo. Così come nella prima parte della ripresa, con le due squadre preoccupate più di non prenderle che di far male all’avversario. Una partita con rarissime occasioni da gol, tipo quella di Evra frenata con lo sterno da Szczesny poco dopo l’ingresso in campo di Cuadrado. Ma alla prima vera sbavatura difensiva, con palla persa in uscita e ripartenza bianconera, la Roma ha beccato il gol di Dybala, il più scintillante interprete della sfida dello Stadium. Decimo gol al passivo nell’ultimo quarto d’ora di gioco, a carico dei giallorossi. E così Spalletti chiude le sue prime due apparizioni con un misero punticino. E con (ancora) tanti problemi da risolvere. In fretta.