Il Milan sabato, il futuro in costruzione. Il suo contratto aspetta ancora di essere ufficializzato, ma sul suo lavoro nessuno ha più dubbi: Walter Sabatini, direttore sportivo della Roma, ha già messo più di un mattone sulla squadra della prossima stagione. Con un’idea chiara su come farlo: “Una Roma di qualità con due o tre acquisti di livello accertato e altri giovani“.
Il secondo gradino del programma americano, è già work in progress. Anche se a Milano, sabato contro il Milan, Luis Enrique insegue un risultato che possa continuare a dare ossigeno alle ritrovate ambizioni di una rincorsa alla Champions League: “E’ una grande occasione“, spera Sabatini, sapendo che la Roma come al solito non rinuncerà a giocare il suo calcio all’attacco: “E’ l’unica maniera per esprimerci. Ci avviciniamo con una nuova consapevolezza, questa squadra ancora non sa bene quanto sia il suo peso, è tutto in costruzione“. Per il presente e per il futuro: “La necessità di integrare l’organico è evidente – spiega il ds – ma è ingeneroso dire chi sostituirei. Abbiamo bisogno di due-tre calciatori di livello. Poi ci saranno altri ragazzi, sulla scia di quanto fatto quest’anno. Non rimarremo fuori dal percorso che abbiamo intrapreso“. Riferimento scontato alla politica dei ragazzi che ha portato nella capitale Lamela e Bojan, Pjanic e Borini. E che, a breve, regalerà anche il brasiliano Dodò: “Ci sono alcuni giocatori che, anche se giovanissimi, possono imprimere un svolta ad una società“, confessa Sabatini. Che non nasconde gli obiettivi a breve termine: “Alzare la soglia del talento e della spettacolarità, anche grazie a un calcio come quello che fa la Roma, che non è esclusivo, è un calcio normale fatto di considerazioni un po’ diverse“. Una parentesi per parlare di Luis Enrique, a lungo discusso anche all’interno della città per risultati spesso deludenti: “Ci siamo affidati a un allenatore che privilegia la costruzione di un progetto – ricorda Sabatini – e oggi, a distanza di qualche mese, so che abbiamo fatto bene“.
Lo sguardo, però, è soprattutto alla Roma che sarà. Con i nomi, quello di Rodrigo Palacio in testa, già da mesi snocciolati sulle pagine dei quotidiani. “Palacio si sta affermando adesso, a 30 anni. Parliamo di un grande giocatore che non ha mai fatto tanti gol, adesso li sta facendo e si sta completando“. Troppo in là con l’età, sembra sussurrare tra le righe il ds, per far parte di questa Roma. Problema che non sembra avere Isla: “Gli auguro di tornare presto su un campo di calcio, come a Burdisso, a prescindere dalla squadra con cui lo farà“. Criptico, neanche avesse un interessa da nascondere, il direttore sportivo romanista. Che, a proposito di Burdisso, inserisce il ruolo di centrale ai primissimi posti delle necessità giallorosse: “A gennaio ho fatto un grande errore, serviva un centrale di difesa. Ho messo in difficoltà l’allenatore. Ma a parte Thiago Silva, che ha una storia singolare e controversa, i giocatori di grande livello in questo ruolo sono difficili da trovare e le squadre non se ne privano“.
Intanto, già dalla prossima stagione l’organico romanista per il mercato potrebbe arricchirsi della figura di Pasquale Sensibile, attuale direttore sportivo della Sampdoria. I suoi rapporti con il ds romanista sono ottimi dai tempi del Palermo, in questa stagione è capitato frequentemente di vederlo all’Olimpico per le partite della Roma. A Genova è stato spesso contestato, a Trigoria dovrebbe occupare il ruolo di capo degli osservatori. Un primo acquisto, in attesa degli innesti “di livello“.
Repubblica.it – Matteo Pinci