A poche ore dalla nomina a presidente Thomas DiBenedetto si racconta in esclusiva sulle pagine della rivista ufficiale La Roma.
Dai primi passi nella capitale “La mia prima volta a Roma è stata dopo la laurea, nel 1974, e naturalmente ho ricordi bellissimi di quel periodo”.
Fino alla decisione che ha cambiato la sua vita, un mix di destino e ferrea volontà di realizzarlo, “Il mio essere italo-americano, cresciuto con un padre che era un supporter sfegatato di qualunque cosa fosse italiana, mi ha molto condizionato nella scelta. Quando i miei partner del Fenway Sports Group hanno acquistato il Liverpool, io ho deciso che volevo fare qualche cosa per conto mio. E quando è giunta l’opportunità legata all’AS Roma, ho capito che era il momento giusto, e che con i miei soci saremmo potuti essere le persone adatte”.
Dal passato al presente che è fatto di grandi progetti “Il nostro obiettivo a Roma è creare quella situazione di stabilità ai massimi livelli di cui beneficiano altri club in Italia e in Europa, e questo è possibile solo vincendo”.
Un progetto ambizioso che si concretizza nella ristrutturazione del club “In termini di management volevamo la miglior scelta possibile” e nell’ammodernamento delle strutture a cominciare dallo Stadio “l’Olimpico sicuramente è un grande stadio ma, proprio come dice la parola, è “Olimpico”, e spero possa essere la casa delle Olimpiadi del 2020”.
Non solo una questione di business ma soprattutto di passione, l’elemento che differenzia l’approcciarsi a una realtà sportiva cosi particolare come il calcio in questo paese “Non posso dimenticare l’urlo di gioia delle decine di migliaia di tifosi dopo il gol di Mirko Vucinic in Roma-Inter lo scorso anno. In quella occasione ho realmente sentito che stavo cominciando ad essere coinvolto in qualche cosa di più grande rispetto a una semplice società di calcio”.
La Roma