Chi c’era, potrà appuntarlo sulla propria agenda come il giorno del divorzio. Perché, Fiorentina-Roma, segna la fine dell’amore tra i tifosi giallorossi e Luis Enrique. E pensare che a Firenze erano arrivati oltre 700 romanisti: in questo periodo di tessere e divieti, abbastanza per colorare uno spicchietto di stadio. Per loro, più raggelante di clima meteorologico che ha versato sulle gradinate del “Franchi” 90 minuti di pioggia, solo lo spettacolo del campo. E se ad aprire lo show era stato quel “Bùttate nell’Arno” con cui i tifosi rinfacciavano al nemico Delio Rossi il tuffo nel Fontanone per festeggiare un derby da laziale, il finale è tutto per Luis. Non deve avergli fatto piacere il ritornello del secondo tempo: “Te ne devi andà, te ne devi andà”. Neanche fosse un Carlos Bianchi qualunque. Ma no, a Firenze ce l’hanno proprio con lui: “Luisseriche vaff…”, rimbalza in campo con la stessa frequenza di gol e cartellini rossi. Anche per rafforzare il concetto, piovono applausi incontrollabili nei confronti del grande escluso dall’allenatore: “Totti-Totti-gol” è l’accompagnamento al più celebre “Un capitano c’è solo un capitano”. Variegati, invece, i messaggi che i furenti romanisti da viaggio riservano agli altri interpreti: “Andate a lavorare” è però l’unico riferibile su questa colonna. Chissà chi avrà fatto da interprete per il sottofondo sonoro a Mr DiBenedetto, a cui non è comunque sfuggito il senso: a fine gara sul suo naso arrossato dal freddo spicca l’assenza degli occhiali. Neanche il presidente, stavolta, ha voluto vedere fino in fondo. Come dargli torto.
La Repubblica – Matteo Pinci