Una giornata da protagonista. Per una volta il presidente Tom DiBenedetto esce dal cono d’ombra che gli proiettano addosso le figure forti di James Pallotta e Franco Baldini e lo fa parlando di Ici, cucina, giovani ma anche di Roma.
Con una postilla ottimistica: il rinnovo di De Rossi ci sarà.
De Rossi & Diarra – “Ho scelto Roma perché qui il calcio è cultura e noi vogliamo diffonderne il marchio ovunque nel mondo — dice —. Inoltre stiamo portando avanti un discorso con le scuole calcio. Non vogliamo lavorare solo con quelle italiane ma con tutto il mondo. Abbiamo iniziato negli Usa: a Boston c’è un accordo con un gruppo che controlla ottomila ragazzi. Vogliamo creare un network di sostenitori giallorossi in tutto il mondo. Lo stadio? Abbiamo incontrato imprenditori e fatto le prime analisi finanziarie. Speriamo che presto si possa iniziare a costruire e riavvicinare la gente attraverso il gioco e la sicurezza. De Rossi? Sono ottimista, Baldini sta trattando in prima persona e io ho fiducia in lui: credo che l’accordo si troverà. Luis Enrique? Vuole vincere più di chiunque altro». Detto che il manager Pannes ieri con Fenucci ha incontrato i vertici del Coni “Hanno grandi ambizioni”, per il mercato dall’Italia si segnala una voce su Cordoba smentita e dalla Spagna queste frasi di Lassana Diarra. “Non voglio rimanere in panchina a lungo nel Real Madrid. Un progetto come quello della Roma potrebbe essere importante per me”.
UniCredit ricapitalizza – Finanziariamente, però, la Roma deve riassestarsi. Nella trimestrale chiusa a settembre, infatti, si nota come l’esposizione del club con UniCredit sia arrivata a 74 milioni, scontata ratealmente attraverso la cessione di alcuni diritti sponsor e tv. Ma non basta, perché la banca ha già anticipato la sua tranche di aumento di capitale: 20 milioni sui 50 totali da fare entro il 31 dicembre attraverso la Neep e ora aspetta che la cordata Usa faccia la sua parte. Possibilmente presto, si sussurra.
Sorrisi Betancourt – Tra l’altro, a UniCredit continuano a essere sorpresi per le provvigioni pagate agli agenti dei giocatori acquistati. L’ultimo della serie sarà Betancourt, manager di Lopez, che avrà 400.000 dollari, cioè il 40% di quanto sarà pagato al Nacional di Montevideo un milione. Se dalla crisi finanziaria dell’era Sensi datata 2004 per gli agenti c’era un tetto del 10% sul costo del cartellino fatta eccezione per Jouanneaux, che percepiva circa il 20% dell’ingaggio annuo di Mexes, adesso si è saliti. Ad esempio: Stekelenburg è costato 6,325 milioni e alla SPC sono stati dati 1,5 milioni 23,7%, così come Lamela è pesato per 12 milioni più tasse e al suo agente Martin Odems sono stati pagati 3,2 milioni 26,6%. A queste somme vanno aggiunti 0,85 milioni per Osvaldo, 1 per Pjanic, 0,3 per Josè Angel e per gli acquisti a costo zero 0,5 per Bojan e 0,75 per Heinze. Insomma, il totale concesso ai procuratori — che hanno spesso residenza fiscale nelle più convenienti Olanda e Svizzera — è stato pari a 8,1 milioni, cioè il 15,11% della cifra per i nuovi acquisti, pari a circa 53 milioni. “In linea col mercato”, dicono a Trigoria. Ma con un piano da 5.200 esuberi già varato, nessuna sorpresa che UniCredit e non solo pensi che il calcio sia un mondo a parte.
La Gazzetta dello Sport – Massimo Cecchini, Gabriella Greison