Di Francesco ha vissuto già 3 vigilie simili: prima del Frosinone, del Genoa e del Milan. Eusebio non si spaventa: «Da quando sono seduto su questa panchina che conosco le difficoltà. Il momento complicato è sempre il prossimo. Ma non è la mia partita. Gioca la squadra. E, anche se si parla di altro, l’interesse del tifoso giallorosso è che la Roma passi, a prescindere di chi sia l’allenatore in futuro. Il mio pensiero sincero va ai ragazzi per fare una partita di altissimo livello, come quelle dell’anno scorso, e per andare avanti. Mi dà fastidio che si parli del sottoscritto. Prima viene la Roma. Credo ancora nella possibilità di fare un risultato positivo. Il resto sono parole che fanno parte del gioco. Noi siamo criticati più per i risultati che per il lavoro. Il pensiero non va a me stesso ma alla squadra, se passiamo se ne gioveranno tutti. Dopo un periodo positivo di risultati il derby ha inciso sul morale generale, ma occorre pensare a questa come partita secca, quella della vita. Essere supportato è fondamentale, essere sopportato no». «Non gioco io, ma la Roma», Di Francesco, aspettando la notte del giudizio, sventola la bandiera giallorossa. Lo scrive il quotidiano Il Messaggero.