Corriere dello Sport (R.Maida) – Mentre divampa la contestazione, con il popolo infuriato contro la proprietà e i giocatori, Eusebio Di Francesco esce dal campo sconsolato, a testa bassa. E’ l’immagine di un uomo solo, che per ora i tifosi risparmiano ma che la società non vede più con gli occhi innamorati dei felici tempi autunnali. In un mese e mezzo, la Roma ha perso la Coppa Italia e ha seriamente complicato la sua corsa alla Champions League, vitale per le casse del club, con una serie negativa che in campionato non si viveva dalla stagione 2012/13. Era guarda caso il periodo che costò la panchina al maestro di Di Francesco, Zdenek Zeman. E l’atmosfera, per motivi difficili da spiegare solo con le turbative del mercato, non sembra tanto diversa da allora. «I tifosi ci hanno sostenuto – osserva l’allenatore – Hanno fischiato alla fine. Capisco la loro delusione per questo momento negativo. Ci sono state ottime trame di gioco ma ci mancano la veemenza e l’intensità di prima. Siamo stati inguardabili nei primi 25 minuti, lasciando il pallino alla Sampdoria, avrei dovuto cambiare tutti a parte Alisson. Questa è la cosa che mi preoccupa di più, eravamo impauriti e non capisco perché».
IL CASO – Sulla situazione di Dzeko, chiarisce: «Non è stata la sua migliore partita ma se dovessi valutare la Roma dei primi 25 minuti, dovrei pensare che sono tutti con la testa al mercato. Per fortuna ho invertito gli esterni d’attacco e siamo riusciti a creare situazioni interessanti. Nel secondo tempo abbiamo attaccato di più la profondità». La Roma ha l’ottavo attacco del campionato, non segna: «E’ un’altra cosa che non mi spiego. Non riusciamo a fare gol e questo ci condiziona. A volte servirebbe un episodio favorevole, come un calcio di rigore trasformato». Florenzi però l’ha sbagliato: «L’avevo provato in allenamento in assenza degli specialisti. Soltanto chi tira sbaglia e qualcuno doveva pur calciare. Ma in questo momento non ne indovino uno…».
BUFERA – E siccome i problemi salgono uno sopra all’altro, si è fermato Schick per una lesione a una coscia: «Si è fatto male in un punto simile al precedente. Non ci voleva, niente gira bene. E siamo in crisi. La squadra però è compatta e deve reagire, so che vuole farlo. Non per difendere l’allenatore ma per la Roma. Abbiamo le potenzialità per riconquistare almeno il quarto posto. La mia frase sulle vacanze dei calciatori? Non ho mai parlato di scarsa professionalità ma la pausa per noi è stata un disastro con gli infortuni». La chiosa è sui cambi, specialmente la rinuncia a Pellegrini: «A Genova ho vinto la partita con i cambi (in realtà l’ha pareggiata, ndr), stavolta non è andata come speravamo. Volevo creare più situazioni pericolose mettendo un attaccante centrale come Defrel insieme a Dzeko». In due non hanno mai tirato in porta, negli ultimi venti minuti.