Di Francesco: “In campionato qualcosina in più si poteva fare, dobbiamo ancora crescere. Rinnovo? Troveremo un accordo” – VIDEO

Eusebio Di Francesco, allenatore della Roma, al termine della partita di campionato contro la Juventus ha rilasciato alcune dichiarazioni. Queste le sue parole:

DI FRANCESCO IN CONFERENZA STAMPA

La Roma ha cercato con maggior convinzione la vittoria…
Sì poi quando una squadra vuol gestire la palla e tu sei in inferiorità numerica fai fatica a riprenderla e a ripartire. Il pensiero nostro era quello di rubare palla quando loro affondavano e di ripartire. Loro però hanno voluto gestire la palla e quando sei in 10 è difficile perché non riesci a dare le stesse pressioni che avevamo fatto benissimo nel primo tempo, rubando molti palloni nella metà campo avversaria. Lì siamo stati imprecisi nell’ultimo passaggio, nella qualità e nella scelta finale. La squadra mi è piaciuta, abbiamo recuperato 18 palloni dall’altra parte, ma con un pensiero unico, di squadra, che però alla fine non ha portato al risultato che volevo.

La Roma ha fatto più tiri ma meno gol della Juve. Questo è il gap maggiore?
Sicuramente sì e qualcosina anche su una squadra che prende sempre meno gol negli ultimi campionati, c’è un motivo. Solitamente la miglior difesa vince i campionati. In questo momento siamo la seconda miglior difesa, insieme a altre squadre, siamo mancati a livello realizzativo. Se avessimo avuto quei 10 gol in più, non dico tanto, avremmo sicuramente molti punti in più. Secondo me è fondamentale perché abbiamo creato tanto ma concretizzato poco.

Che stagione è stata?
Non ci sono state solo difficoltà in campionato, ci sono stati momenti in cui la squadra era esaltante dal punto di vista del gioco. Abbiamo fatto delle grandi prestazioni ma c’è stato un periodo in cui siamo scesi sotto tutti i punti di vista. Dovevamo essere bravi a capire che era un momento difficile, tra fine dicembre e gennaio. Questo a noi ci è servito come insegnamento ma secondo me abbiamo fatto anche cose molto importanti. La Roma da molto tempo non viveva serate importanti come quelle che abbiamo vissuto questa stagione e per me è un motivo di grande orgoglio e soddisfazione ma vi assicuro che non mi fa accontentare perché il desiderio adesso è di dare continuità e migliorare il percorso di crescita.

In quel periodo avete pagato il richiamo di preparazione?
Richiami di preparazione non li abbiamo mai fatti. Penso che quando hai una settimana di sosta sei riposato. Magari avessimo avuto un richiamo di preparazione perché eravamo obbligati a far riposare i giocatori. Abbiamo fatto anche delle buone partite portando a casa pochi punti. Siamo stati poco cinici rispetto ad altre squadre, avendo difficoltà.

Voi pensate che la Juve non hai mai avuto un calo fisiologico?
Sì, ma alla fine ha sempre portato a casa i risultati. Questa è la differenza, nel momento in cui ci rendiamo conto che fisicamente non siamo al top andremo meno a prendere gli avversari nella metà campo loro e saremo più intelligenti in alcune partite. Chi non fa non sbaglia e allora sbagliando poi si cerca di imparare. Si immaginava tutto questo cosi presto? Come farà a migliorarsi? Migliorarsi o meno credo che nel mio modo di esprimermi si debba partire sempre in maniera positiva e costruttiva. Se dovessi dire di accontentarmi di quello che abbiamo già fatto, torneremo alla mentalità di sempre. Nella stagione ci sono momenti di difficoltà ma si deve fare meglio. Non ho mai sentito una allenatore dire di voler far peggio dell’anno prima. Sassuolo per me è stato un grande momento di crescita e sono ben felice di tornarci domenica. Loro si sono già salvati mentre noi siamo tornati in champions ma abbiamo l’ambizione di mantenere il terzo posto. Se lo faccio è perché mi sento pronto dopo aver fatto la gavetta, perché non ci sono arrivato perché mi ha regalato qualcosa qualcuno.

DI FRANCESCO A SKY

Che cos’ha più delle altre la Juventus?
Sicuramente la mentalità costruita negli anni. Una società alle spalle importante, solida, che riesce sempre a rimanere unita e compatta anche nei momenti di difficoltà. Credo sia determinante, riescono a lavare i panni in casa nelle difficoltà ed è il percorso di crescita che devono fare le squadre, devono prendere come esempio questa mentalità, questa rabbia e voglia di vincere le partite. Ogni fallo entravano in campo con tutta la panchina, è la mentalità a volte un po’ eccessiva e il desiderio di tutti di fare le cose insieme, in ogni situazione, anche sbagliando ma facendola insieme.

Per la Roma obiettivi centrati e una nuova mentalità…
Credo che anche stasera la squadra le cose migliori le ha fatte in questo senso. Nella capacità di aggredire, magari non è stata lucida nell’ultimo passaggio, nella scelta finale, nell’andare a concretizzare le tante palle rubate nella metà campo avversaria ma anche un certo predominio del gioco contro una squadra forte con grande mentalità. Stiamo crescendo ma non dobbiamo smettere. E’ quello che ci è mancato in alcune gare, in alcuni momenti della stagione dove non siamo stati continui. Avevamo tanti giovani alla prima esperienza a questi livelli, ci sta di poter subire qual cosina, qualcosina in più si poteva fare in campionato. Peccato per stasera, se non fossimo rimasti in dieci sarebbe stato un finale di partita differente, arrembante. La Juve è stata brava ad addormentare la partita, è anche difficile andare a prenderli. Non ci ha permesso di ripartire ed essere aggressivi in contropiede.

Possiamo pensare di non partire già battuti in Europa?
Abbiamo fatto un passaggio di crescita generale a livello mentale. Lo dimostrano le partite, non ci sono risultati come spesso eravamo sicuri ci fossero in Italia. Invece le partite si giocano fino alla fine ed è bellissimo, condivido pienamente e mi piace. E’ un cambiamento come quello delle seconde squadre dal punto di vista generale. Dove c’è da imparare, perché non cercare di rubare qualcosina? Per la mentalità e la nostra organizzazione nell’andare a organizzare le partite, non significa andare di là, non sapere cosa si deve fare o con la baionetta e dire “quello che succede succede”. Sempre con concetto, criterio, equilibrio però cercando di lavorare in una determinata maniera.

Cosa bisogna fare per colmare il gap con la Juventus?
Migliorando la rosa, cercando di andare a prendere dove siamo meno forti, nel far crescere la mentalità. Ma sono di un’idea importantissima: la spregiudicatezza e il desiderio di fare la partita che si cerca di dare alla squadra sono basilari, la forza sta nel farlo all’interno. Noi dobbiamo crescere a Trigoria, è fondamentale insieme alla società e a tutte le componenti dare una determinata mentalità, dando regole ben precise e facendole rispettare com’è stato in passato. Non pensando che i giocatori più bravi debbano mettersi sul podio e gli altri a guardarli, ma trattarli tutti allo stesso modo e far sentire tutti titolari, come spesso fa la Juventus e anche noi abbiamo fatto, con risultati magari altalenanti. Abbiamo cercato di proporre questo tipo di idea.

Pensi di avere un nucleo di giocatori e staff per far fare quel salto di qualità?
Dobbiamo staccarci da questa realtà che a volte non è reale, ci si deprime con troppa facilità e ci si esalta a due partite vinte. E’ fondamentale cercare di trattare tutte le stesse partite anche le vittorie e sconfitte allo stesso modo, sarebbe meglio trattare più vittorie che le sconfitte però che sia un passaggio di crescita. Però si può fare e credo che nel nucleo sia cambiata tanto la mentalità. Spesso ci si guarda un po’ troppo dietro, invece bisogna pensare anche in campo a cosa si può ancora fare, credo sia determinante nei momenti positivi e negativi.

La tua crescita è stata straordinaria…
Grazie, credo che per me sia stata un’esperienza passata anche per degli errori che sono fondamentali per crescere e migliorare, per capire meglio chi ho davanti, capire dove devo andare a toccare i tasti giusti, a volte ci sono riuscito a volte meno. Sento che c’è maggiore convinzione nel modo di parlare, quando si viene fare le interviste, si ha una lingua comune e si parla in modo univoco credo sia fondamentale, questo passaggio già lo vedo positivo. Poi bisogna accompagnare le chiacchiere con i fatti, alcuni ci sono stati, e cercare di portare avanti questo tipo di idea. Siamo sulla strada giusta ma non basta. L’allenatore deve stare sempre sul pezzo, non deve trascurare niente. Alessandro (Del Piero, ndr) è già avanti come idea e pensiero.

Rinnova con la Roma?
E’ l’ultimo dei miei pensieri, sono convinto che troveremo tranquillamente un accordo quando ci metteremo a tavolino. Il mio desiderio principale è continuare qui a Roma, per come ragiono io, va al di là del contratto, sono convinto che ci sia il desiderio da parte di tutte e due di continuare.

Ha fatto guadagnare tanto a Pallotta, si faccia dare tanti soldi…
Fa aprte del gioco e del lavoro, non mi piace parlare di questo in tv. Magari rinforzeremo di più la squadra (ride, ndr).

DI FRANCESCO A MEDIASET

Stasera fa festa anche la Roma…
Sì, in Champions abbiamo fato grandi cose, ma siamo cresciuti attraverso gli errori, anche stasera in undici mi sono piaciuti. E’ mancata un po’ la qualità in alcune situazioni, ma sono soddisfatto della mentalità presa dalla squadra.

Che errori avete commesso?
A volte te ne accorgi troppo tardi, a marzo non ci hanno aiutato tante cose. Sono passaggi di crescita, non guardiamo dietro ma avanti. Abbiamo un identità, un pensiero ed abbiamo portato avanti la Roma. Con questa mentalità possiamo toglierci grandi soddisfazioni.

Anche lei ha fatto bene…
Non so perché mi aspettassero al varco, perché io sono sempre educato. Il pregiudizio mi dà fastidio, manco mi hanno mai visto. Per poter parlare e giudicare bisogna vedere, ho cercato di lavorare dentro la testa e dentro Trigoria.

Però siete andati bene…
Quando ci sono capacità nei momenti buoni devi essere propositivo e non accontentarsi.

Che serve alla Roma per diventare l’anti Juventus?
Migliorare sapendo che la Juventus ha sempre dominato questo campionato. Hanno fatto qualcosa di straordinario e per batterli devi fare qualcosa di extra. L’ambizione ed il desiderio di competere è un dovere, abbiamo dimostrato di poterlo fare in Europa e rifarlo anche in Italia.

DI FRANCESCO ALLA RAI

Avete cercato di vincere ma non ci siete riusciti… 
C’era il desiderio di battere la Juventus , una squadra che ha dimostrato grande forza fisica e mentalità. Abbiamo provato a vincere fino a quando non siamo rimasti in dieci, abbiamo fatto una buona gara ma dovevamo essere più lucidi.  Non abbiamo concesso nulla alla Juventus come occasioni, poi magari anche loro non hanno voluto forzare.

Come si colma il gap con la Juventus?
Bisogna cercare di migliorare la squadra per competere con tutti e ambire magari a qualcosa di differente. In sede di mercato faremo delle valutazioni, anche in base a ciò che faranno le altre, perché anche il Napoli ad esempio ha fatto un grande campionato e cercherà di migliorarsi. Indipendentemente dal mercato e dalle valutazioni comunque bisogna vincere, conta soltanto quello.

Se le avessero detto prima che la Roma sarebbe arrivata terza e avrebbe disputato una semifinale di Champions League sarebbe stato contento?
Siamo sicuramente felici della stagione fatta, anche a livello personale visto che arrivavo da una piccola piazza come Sassuolo. Però non ci dobbiamo accontentare e cercare di andare avanti anche il prossimo anno con la crescita a livello di mentalità, partiamo da una buona base visto che abbiamo dimostrato di poter competere con le migliori squadre a livello europeo. Personalmente sono soddisfatto ma avevo fatto la bocca alla finale di Champions, lavoreremo per migliorare quanto fatto quest’anno.

E’ reale questa distanza dalla Juventus?
Secondo me potevamo essere più vicini. Ma siamo passati dagli errori che ci hanno fatto crescere. C’è stato un momento della stagione in cui ne abbiamo commessi troppi e dovevamo aggrapparci più al risultato come magari fanno anche loro. Auguriamoci che dopo questo risultato abbiano la crisi del settimo anno (ride, ndr).

C’è chi sostiene che lei si ispiri più a Zeman, altri invece dicono a Sacchi, chi sbaglia?
Entrambi, perché possiamo dire che io mi trovo a metà. Zeman è stato un maestro nella mentalità e nell’atteggiamento con cui affrontare le partite cioè andare sempre ad aggredire l’avversario cercando di fare la partita senza mai subire o adeguarsi al ritmo dell’avversario. Non mi sento ne Zemaniano ne Sacchiano, io dico sempre che mi sento Di Franceschiano. Poi nessuno ha la verità assoluta, bisogna dimostrare con le vittorie di poter crescere e questo deve valere anche per me.

Quanto conta l’allenatore nelle scelte di mercato?
Conta tantissimo, tutte le scelte che faremo le valuteremo insieme. Non mi piace però entrare nelle trattative con i giocatori, ci sono dei ruoli da rispettare e la società mi conosce in questo senso. Poi con la società siamo molto in sintonia, loro conoscono le mie idee e sanno di quali giocatori ho bisogno.

Vuole dire qualcosa a suo figlio Federico (in studio, ndr)…
Magari prenderemo Federico che sta seduto un po’ troppo in panchina ultimamente però magari farà meglio il prossimo anno.

DI FRANCESCO A ROMA TV

Soddisfatto della stagione fino adesso?
Sì, ma si poteva fare meglio in un momento topico del campionato, nel periodo di gennaio e febbraio, abbiamo avuto un calo. Poi si sono fatte grandi cose, anche in Champions, ma manca ancora una partita. Bisogna ragionare in prospettiva Sassuolo per poi trarre un bilancio.

Sono reali i punti di distanza con Napoli e Juve?
Ci sono, anche se abbiamo dimostrato di poter fare meglio e poter abbattere il gap. Siamo passati da momenti buoni e meno buoni, per competere serve maggiore continuità che è quella che ci è mancata nella fase centrale del campionato.

La mentalità può essere allenata o sono cose dentro i giocatori?
Può essere migliorare costantemente col lavoro, a volte prima a volte più tardi. Bisogna rinforzare il nostro pensiero all’interno di Trigoria, lo dico perché credo molto in questo. Nel percorso che abbiamo fatto si è vista una crescita, sia nei ragazzi, sia nella società, sia nel mio pensiero. Siamo cresciuti e dobbiamo mantenere questa attenzione e migliorarla.

Oggi si poteva fare di più?
Secondo me abbiamo fatto benissimo nel primo tempo anche nell’andare ad aggredire, rubando palloni importanti. Siamo mancati nell’ultimo passaggio, nell’attaccare con maggiore determinazione la porta. Credo che sia stato un po’ il nostro campionato, siamo mancati qua. Abbiamo una delle migliori difese, ma quei 10-12 gol in più avrebbero limato il gap che c’è tra noi e loro e ci avrebbero fatto comodo.

Florenzi dietro la barriera è una sua invenzione?
Sì, è una scelta voluta perché quando si calcia una punizione da vicino può passare anche sotto la barriera. Se la calcia bassa il portiere rischia di non arrivarci, come successo con Politano e Handanovic.

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