Eusebio Di Francesco, tecnico della Roma, ha parlato al quotidiano The Guardian in vista della gara di Champions League contro il Liverpool. Ecco le sue parole:
“In questa stagione siamo cresciuti molto. Negli ultimi anni la Roma non è riuscita a rimanere in gara in tutte le competizioni. In campionato siamo ancora in lotta per la qualificazione alla Champions League, cosa che invece il Liverpool ha già raggiunto”.
Come alleni i tuoi giocatori?
Quello che facciamo è un lavoro, ma deve anche essere un divertimento. Venire al centro sportivo deve essere una gioia, questo è quello che dico sempre ai ragazzi. Il primo pensiero è prepararsi, divertirci insieme ma anche lavorare sodo. Devono divertirsi perché, prima di tutto, questo è un gioco.
Quali sono le differenze tra la Roma dello scudetto e questa?
Sono tempi completamente diversi. Ora c’è una maggiore professionalità, ma a quei tempi c’era più spirito di famiglia. Questo è stato un po’ perso adesso a causa dei social media, della tecnologia e dei nuovi metodi di lavoro. Vogliamo riuscire ad unire questi nuovi metodi di allenamento allo spirito del 2001.
Il nuovo modulo?
Il calcio è dinamico. Anche quando parli di una difesa a quattro, finisci spesso per difendere a tre, o anche due, a seconda della situazione di gioco. La mia decisione di cambiare sistema era legata al fatto che con alcune squadre e con le caratteristiche di alcuni giocatori, una difesa a tre può darti un po’ di fisicità in più. Ottieni un po’ di forza in più, che serve specialmente in Europa.
I tuoi giocatori ti hanno detto come fermare Salah?
I ragazzi mi hanno detto che è una grande persona, una grande professionista e uno che lavora duro. Non che mi serva che mi dicano loro come farlo. Le sue qualità sono sotto gli occhi di tutti. Non dimentichiamoci che ho preparato diverse partite contro di lui quando era in Italia, ma il fatto che molti lo conoscono può essere un vantaggio.
Pensi che il Manchester City si sia pentito di aver venduto Dzeko alla Roma?
Ha alternato buone prestazioni con altre non altrettanto buone. Mi sembra che Guardiola prediliga un attaccante con altre caratteristiche. Uno piccolo, più mobile e più veloce. Edin è una calciatore fantastico, ma con caratteristiche tecniche e fisiche diverse da quelle che Guardiola cerca.
Che provi nell’avere De Rossi e Florenzi in squadra?
Sono contento di avere due romani come loro in squadra. Ma tutti i calciatori devono avere un senso di appartenenza verso il posto dove giocano. Non solo loro due. Quando ero a Sassuolo, la mia era la squadra più bella del mondo, io ero neroverde. Adesso invece sono un giallorosso. Non è una questione di ipocrisia, ma tutti dobbiamo avere un senso di appartenenza nel nostro lavoro. Tutti devono provare passione e amore per la propria squadra.