Eusebio Di Francesco, allenatore della Roma, al termine della gara di Champions League contro lo Shakhtar Donetsk ha rilasciato alcune dichiarazioni. Queste le sue parole:
DI FRANCESCO IN CONFERENZA STAMPA
Oggi con questo quarto di finale è una grande soddisfazione…
Credo che sia una bella soddisfazione per noi, ma sono molto sereno e tranquillo perché si è vista una squadra unita. Una squadra fatta di uomini soprattutto che non ha avuto paura ad affrontare una partita, non dico della vita, ma quasi. Un atteggiamento unito a partire dallo spogliatoio, ho sentito parole importanti ed è quello che permette ai miei ragazzi di essere qui questa sera. Al di là del risultato prestigioso, che all’inizio sembrava normale, invece per me è importantissimo essere a questi livelli. Un risultato che per Roma è una soddisfazione, essere arrivati ai quarti di finale di Champions è una grande gioia per tutti. Un pubblico straordinario, che dopo il gol, anche se stavo in trans agonistica, ha mostrato un entusiasmo che non sentivo da molto.
Cerchio chiuso?
In passato sono passato per quello che aveva spinto in allenamento per mettere qualcosa nelle gambe e questa è la dimostrazione. Il fatto che la squadra sia cresciuta in maniera esponenziale conferma la mia tesi. Vi assicuro che a livello fisico abbiamo lavorato in modo tale da arrivare bene a questo punto della stagione. Vedo una squadra in crescita dal punto di vista sia fisico che mentale. La squadra sta crescendo in convinzione e determinazione.
Nella prima parte di gara sembrava una Roma in difficoltà…
Inizialmente abbiamo pressato poco bene, la mezzala opposta alla palla non si alzava con i tempi giusti, poi dovevamo uscire con gli esterni, scoprivamo troppo la zona centrale. Quando pressi, devi mandare gli avversari più esternamente che internamente dove creano e dove hanno giocatori con più qualità, nel primo tempo hanno dato spesso palla al portiere. Nel finale abbiamo avuto paura di non portare a casa il risultato, abbiamo rischiato qualcosa, ma oggi non possiamo neanche nominare Alisson, non ha fatto parate e significa che la squadra ha avuto un’applicazione unica. Deve essere un percorso iniziale che ci deve accompagnare per il futuro.
Chi preferiresti tra Juventus e il Siviglia di Montella? In cosa deve crescere la Roma?
Ho sentito Vincenzo pochi giorni fa, ci siamo dati appuntamento in finale (ride, ndr). Al di là della battuta, è di ottimo auspicio perché bisogna sognare, non mi interessa l’avversario. Dobbiamo metabolizzare quanto fatto e mantenere l’equilibrio all’interno di questo contesto e pensare alla prossima, che è il Crotone. Poi quello che verrà in Champions ben venga.
Sta cambiando la Roma?
Siamo cresciuti in tutto, prima ci rimproveravamo di essere poco efficaci in zona gol, adesso siamo diventati più determinati e cinici. Credo che questa squadra abbia capito che individualmente non si va da nessuna parte. La Roma non deve avere giocatori forti, ma una squadra forte, questa è la differenza: se lo capiremo faremo tanta strada. La Juventus ha insegnato, noi dobbiamo essere bravi a guardare quelli bravi.
I passaggi lunghi una scelta apposita per lo Shakhtar?
L’hanno fatto anche loro all’andata. Era una cosa voluta, perché loro spesso si fermano e non accompagnano. Nel primo tempo siamo partiti troppo in anticipo, ma forzare le verticalizzazioni era una cosa voluta, è un mio credo in determinati momenti della gara.
Che merito mi attribuisco?
Non mi piace parlare di me, quando mi devo prendere le mazzate me le son prese, mi prendo il merito di aver dato una mentalità, abbiamo unito la capacità di giocare le partite nel modo giusto e di essere aggressivi, nell’organizzazione e nel preparare la partita c’è stata questa differenza. Penso di aver ritrovato la squadra che si era un po’ smarrita, ora è tornata squadra.
La giocata di Bruno Peres all’andata è un esempio che si può essere determinanti anche 5 minuti?
Ho parlato di squadra, nella squadra ci sono tutti gli altri, anche quelli che lavorano al di fuori, magazzinieri, staff sanitario ecc. E’ fondamentale essere squadra anche nel momento in cui non si gioca, ma tutti sanno che con me l’opportunità c’è. Si allenano tutti allo stesso modo. Chi non si allena va in tribuna, nelle scelte che faccio c’è normalità, il turnover è fondamentale per la crescita di alcuni giocatori. Vedo una condizione tale che ci permette di affrontare più partite ravvicinate.
DI FRANCESCO A MEDIASET
Hai esaudito un grande sogno con la tua squadra. Che segnale è?
Questa sera la mia squadra, al di là del punto di vista tattico, dove siamo stati poco qualitativi negli ultimi metri. All’andata abbiamo fatto qualche errore. Quello che mi è piaciuto di più è che è stata una partita di uomini, da squadra. Adatta per chi vuole vivere questi sogni.
Under ha avuto problemi?
Non si può pensare che possa dare sempre il meglio. E’ fisiologico un calo. E’ giovane, ha preso una botta, ci può stare. Vi assicuro che avrà un grande futuro.
C’è qualcuno che non vorresti ai quarti?
No, voglio continuare a sognare con la Roma. Mi ha entusiasmato vedere tanta gente soffrire. Vivere queste serate è bello. Non voglio evitare nessuno, solamente la paura. La capacità di affrontare le squadre con questo piglio e con una buona forma.
Si può fare meglio sotto il punto di vista delle prestazione?
Sì. Per lunghi tratti siamo stati bravi, nel primo tempo il portiere loro ha giocato molti palloni. A me la squadra nell’insieme è piaciuta. Ci sono stati momenti dove dal punto di vista organizzativo siamo cresciuti tanto, ma non dobbiamo accontentarci mai.
Che voto dai alla partita di stasera?
Dal punto di vista dell’applicazione 10. Dell’aspetto tecnico tattico, ci serve abitudine a fare certe partite, compreso da me. Io posso dare di più, dal punto di vista tattico do un bel voto, i meccanismi si migliorano con i risultati e con la consapevolezza dei propri mezzi.
DI FRANCESCO A ROMA TV
La Roma con gli artigli…
Non dobbiamo fare passare questo per normalità, abbiamo fatto qualcosa di straordinario. Quando non si è abituati a determinati obiettivi si fa fatica a reggere le pressioni. La squadra è stata attaccata nei momenti duri, ma alla fine sta venendo fuori. Questa è la vittoria dei calciatori e degli uomini, dimostrano unione nei momenti di difficoltà. Ho parlato sempre di resilienza, oggi la squadra ha saputo soffrire e tirare fuori qualcosa in più, accompagnata da un pubblico straordinario.
Non è stato facile considerato anche il nervosismo finale…
Le partite si vincono con la testa. Nel finale è normale che abbiamo avuto paura di portare a casa il risultato, ma fa parte della crescita di una squadra. Loro non avevano niente da perdere nonostante l’uomo in meno, noi non avevamo più lucidità. La squadra ha fatto la partita sia tatticamente sia mentalmente di altissima qualità e disciplina.
Una delle migliori prestazioni dell’anno?
A livello tecnico forse no, ma è un risultato troppo importante, noi badiamo sia alle prestazioni sia al risultato, ma oggi era importante vincere. Oggi ho visto degli uomini in campo, c’era il desiderio comune di raggiungere questo obiettivo.
Adesso i sorteggi…
Viviamo questo sogno con spensieratezza, senza aver paura, con capacità di affrontare le gare come oggi. Questo è lo spirito che ci deve accompagnare sia in Champions sia in campionato, intanto culliamo questo desiderio. Sembrava normale che la Roma fosse qua, noi abbiamo fatto qualcosa di straordinario, teniamocelo stretto ma non dobbiamo accontentarci.
La squadra inizia a capire quello che tu chiedi?
Ci abbiamo lavorato. Nell’assimilazione si incappa anche il degli errori, specialmente all’inizio. Arrivavamo tardi con la mezzala per accorciare il mediano, poi abbiamo modificato. Siamo stati bravi poi a pressare sul loro portiere, se li facciamo palleggiare diventano pericolosi. Dovevamo rimanere corti oggi, in tutte le fasi.
Una squadra che ha saputo aspettare il momento giusto…
Condivido, avevamo detto che lo Shakhtar aveva qualità. Nel primo tempo ci sono state alcune situazioni sbagliate, loro spesso facevano il fuorigioco. Dovevamo essere più bravi, poi le situazioni sono arrivate. Avevo chiesto pazienza, l’importante era non prendere gol e mantenere equilibrio, le gare si vincono anche all’ultimo minuto. Oggi siamo stati una squadra matura, è l’aspetto più importante.
De Rossi sempre in crescita? Chi preferirebbe ai quarti?
Non m’interessa l’avversario, poi ne parleremo, per ora godiamoci il momento. Daniele deve essere sempre il simbolo, è il capitano. Ci ha messo un po’ a rientrare nella migliore condizione. Ha una determinazione impressionante, e siccome è il capitano deve trasmetterlo a tutto, di questo sono contento.