Il Messaggero (A.Angeloni) – Forse uno solo si aspettava questo successo: Eusebio Di Francesco. Perché lui è testardo, ha voglia di fare, non si smonta davanti alle intemperie, non solo meteorologiche. Decido io, dice, e decide lui. Alla fine vince. Vince Dzeko, vince la Roma, vince DiFra, chi ce l’ha messo e chi ha creduto, e crede, in lui. «Chi sceglie un allenatore, sceglie un’idea. In settimana ho detto ai miei ragazzi: a Napoli non andiamo per fare una passeggiata», le parole di Eusebio dopo il successo al San Paolo, che Sarri ha definito «inspiegabile, non capisco come la Roma sia arrivata così in porta: ho visto un grande Napoli. La Juve? Lo scudetto riguarda solo lei, che è di un altro pianeta». Tutta tattica. La vittoria al San Paolo ha tanti significati: rende il Napoli più fragile e la Roma più consapevole, porta i giallorossi di nuovo in zona Champions e rischia di far saltare il banco al celebratissimo (anche giustamente) Sarri.
L’ASPETTO MENTALE – Se la gode, invece, Eusebio. «Abbiamo lavorato dal punto di vista mentale, la squadra era un po’ giù. Questo successo è un punto di partenza, il Napoli è una grande squadra e ci siamo affrontati a viso aperto, abbiamo messo continuità, che non c’è stata nell’ultimo periodo. Mi fa rabbia che certe qualità siano uscite tutte insieme solo stasera», parole di DiFra l’abruzzese, che apprezza la vittoria ma già guarda avanti, ritoccando nella sua testa quegli errori che il gruppo non deve/dovrebbe mai commettere. «Spero che per vincere non si debbano sempre fare quattro gol: ci vuole maggiore attenzione in alcune situazioni. Sono orgoglioso di essere l’allenatore della Roma: nelle vittorie e nelle sconfitte». Finché morte non vi separi, insomma, mister. «Abbiamo sbagliato meno del Napoli e abbiamo vinto. Farne quattro a una delle difese più forti del campionato non è facile. Il gol con 18 passaggi? E’ il calcio che voglio. Ma sull’aspetto mentale c’è da lavorare, mi fa rabbia riscontrare che la squadra stia bene sul punto di vista fisico e ha una mentalità. Under? E’ un giocatore letale rispetto ad altri attaccanti. E Dzeko? Ha capito che doveva fare qualcosa di più. Gioca tra le linee, fa il “nove” e si destreggia con la palla con grande qualità, mai visto un attaccante così». E non lo vedrà nemmeno col Torino, visto che – come Fazio – verrà squalificato. De Rossi, invece, è uscito per un problema alla caviglia. Da valutare.