Corriere dello Sport (G.D’Ubaldo) – Tra la Roma e la Lazio, Eusebio Di Francesco vive una settimana di forti emozioni. Giovedì ha perso contro la squadra di Spalletti, pur giocando alla grande per un’ora e domani proverà a fermare la Lazio all’Olimpico. Il centro sportivo del Sassuolo si riscalda con i colori dell’autunno. La culla dove è nato il miracolo neroverde sembra una realtà fuori dal tempo. Qui Di Francesco sta studiando per diventare un grande allenatore.
Cosa rimane della partita contro la Roma?
«L’abbiamo affrontata senza timori reverenziali, con spregiudicatezza. Nel primo tempo abbiamo fatto bene dal punto di vista tattico e tecnico, è naturale che una squadra possa calare e lasciare il predominio a un avversario più forte. E’ lì che dovevamo essere più bravi. Due nostri errori hanno deciso il risultato. Dispiace, ma siamo consapevoli del nostro valore. So che i giovani devono passare da questi errori per crescere».
Con la mossa di Defrel trequartista aveva messo in difficoltà la Roma.
«Avevo preparato in settimana la partita anche in base alle nostre assenze. Sapevo che la Roma avrebbe sfruttato molto la fascia destra con Salah e con il 4-3-3 avrei avuto poca incisività. Con il 4-2-3-1 siamo stati più aggressivi davanti, almeno fino a quando ha retto Matri. Poi quando è calato lui non siamo riusciti più a portare avanti il nostro piano».
La Roma sembra aver trovato continuità.
«La Roma in casa affronta squadre chiuse e all’inizio faceva fatica a trovare gli spazi. Questa è stata una partita diversa, noi siamo stati molto aggressivi, per parecchio tempo le abbiamo impedito di giocare come avrebbe voluto. Poi è uscita la qualità superiore dei loro giocatori ed è stato bravo Dzeko. Oggi la Roma ha un attaccante che ha acquisito maggiore sicurezza e riesce a fare la differenza, non solo per i gol, ma come partecipa al gioco di squadra. E’ riuscito a dare i tempi per gli inserimenti dei centrocampisti e degli esterni, cosa che è mancata a noi nella ripresa».
Lei ha vinto lo scudetto alla Roma con Batistuta. Finora Dzeko ha segnato quanto l’argentino. Le sembra irriverente il paragone?
«Non trovo analogie tra i due. Sono giocatori completamente diversi. Dzeko come attaccante è più completo, aiuta la squadra, mentre Batistuta dentro l’area era impressionante, non sbagliava mai. Dzeko invece deve avere cinque occasioni per segnare. Spalletti ha lavorato molto sull’autostima del giocatore. E’ partito qualche volta anche dalla panchina, ma ora mi sembra un giocatore recuperato, uno che può arrivare senza problemi a venti gol. Ricorda più Van Basten che Batistuta».
Però la Roma ieri ha perso Florenzi.
«Mi dispiace, ci sono passato, posso augurargli una pronta guarigione. E’ un ragazzo forte, che lavora per la squadra. E’ una grossa perdita per la Roma, anche per noi era il giocatore più fastidioso, avevo cercato di arginarlo».
La Roma ha riaperto il discorso scudetto?
«La Juve ha ancora qualcosa in più a livello di abitudine a vincere, forse ha anche qualche soluzione in più. Sono due squadre competitive, diventeranno importanti gli scontri diretti. La Juve resta favorita, ma la Roma è forte».
La Roma gioca meglio?
«Spalletti mi è sempre piaciuto, si vede che ricerca qualcosa, è un allenatore che ha idee».
E domani affronta la Lazio, non è mai una partita normale per un ex romanista.
«La Lazio ha giocatori forti. Immobile, Felipe Anderson, Djordjevic, ha un potenziale importante, merita la posizione che occupa, non mi sorprende, può tornare in Europa».
Con la Lazio, rispetto alla Roma, ha buoni precedenti…
«Con la Roma è una tassa… Lo scorso anno contro di noi si è rilanciata, quest’anno non le abbiamo fatto perdere il treno con la Juve. Con la Lazio ci rifaremo».