Paolo Di Canio, ex giocatore della Lazio e ora commentatore televisivo, ha rilasciato una lunga intervista a Calcio2000. Questo un estratto delle sue dichiarazioni:
Ma, da calciatore, hai avvertito quell’atmosfera di “vero calcio” di cui tutti parlano quando si soffermano sul calcio inglese?
“Sì, l’ho avvertita… Quando entri in campo, in un campo inglese, tutto è diverso. Attenzione, anche da noi c’è grande passione, lo dice uno che ha giocato alla Lazio, ma in Inghilterra è tutto diverso. Ogni gara era il massimo, in Italia ti esalti solo per qualche gara di cartello. Da loro, se vinci o perdi non fa differenza, a patto che hai dato il massimo. Ti racconto un aneddoto: alle prime gare con lo Sheffield, quando perdevamo, io ero dispiaciuto. Uscivo dallo stadio con la testa bassa, cercavo di far capire il mio stato di delusione al pubblico e, invece, loro che facevano? Mi caricavano, mi dicevano di non abbattermi, che sarebbe andata meglio la partita successiva… Pazzesco… E così, la gara successiva, eri ancora più carico e voglioso di far bene. Meraviglioso”.
Tutto l’opposto rispetto all’Italia…
“Guarda a me procura un gran fastidio quello che sta accadendo ora da noi. Si cerca, in ogni modo, di esaltare il nostro calcio attuale quando, in realtà, c’è poco da esaltare. Io penso male del nostro calcio, a tutti i livelli. Il calcio italiano è in un momento disastroso. Lasciamo fuori la Juve di Allegri o la Roma di Garcia, il resto non c’è. Si dice che non ci sono più soldi. Ok, uno come Di Maria da noi non viene, eppure spendiamo oltre 20 milioni per Hernanes…”.
Ma alleneresti in Italia?
“Credo di avere una chance su un milione di allenare in Italia. Io ho le mie idee. Secondo me deve essere l’allenatore a fare la squadra, non il direttore sportivo. Ti faccio un esempio: da noi parlano più i direttori sportivi che gli allenatori mentre, in Inghilterra, di tante squadre non si sa neppure chi sia il direttore sportivo. Prendiamo Garcia. Un allenatore che sta portando una filosofia speciale in Italia, eppure si mette l’operato di Sabatini al suo stesso livello”.