Nel 2006 a Rieti (4-3), in Sardegna nel 2010 (5- 1, una di quelle partite che è meglio dimenticare) e alla prima di Luis Enrique (1- 2), all’ultimo minuto, un gol che non valeva niente tranne il peso simbolico che aveva: i gol di Daniele De Rossi sono sempre quelli della bandiera.
Oggi senza Francesco Totti, uno che al Cagliari segna spesso e volentieri, Daniele De Rossi guiderà la Roma per riprendersi il posto che le spetta, che si merita, che vuole per sé e per la sua gente. De Rossi è il volto più significativo oggi, di una Roma orfana tecnicamente – e ancora per poco per fortuna – del suo più grande giocatore di sempre, Totti; e da ieri orfana per sempre del suo attaccante campione d’Italia nel 1942. De Rossi c’ha tutte le caratteristiche per essere protagonista in questo lunedì sera. Leader ci è nato, leader come la Roma che vuole continuare ad esserlo. La novità non è lui – lui è una certezza della nostra storia – la novità di giornata è il ritorno di Gervinho. L’attaccante ivoriano, infatti, questa sera si riprenderà il posto lì davanti, dopo aver saltato le ultime quattro partite per infortunio. Al suo fianco ci dovrebbero essere Ljajic e Florenzi. Prima convocazione, invece, per Destro. L’attaccante sta bene siederà in panchina, pronto a fare il suo esordio stagionale. Non ci dovrebbe essre nessun dubbio, invece, per quanto riguarda il centrocampo dove giocheranno i soliti tre: De Rossi, Strootman e Pjanic. In difesa, non ci sarà Balzaretti. Anche ieri, infatti, il terzino torinese non si è allenato con i compagni a causa del fastidio all’adduttore. Al suo posto giocherà Dodò. Al centro, dopo le varie squalifiche, si riformerà la coppia Benatia-Castan. A destra Maicon che ieri è tornato in gruppo come annunciato venerdì da Garcia. In porta De Sanctis.
L
L’obiettivo è mantenere la vetta. Il destino della Roma, infatti, è nelle mani della Roma come, oltre a Garcia, ha ricordato Borriello: «È un momento positivo, abbiamo messo la classifica negli spogliatoi. Dobbiamo ricordarci che siamo primi – le parole dell’attaccante a Roma Channel -. Siamo incappati in questi due pareggi che ci possono stare, ma facciamo tesoro e cerchiamo di ripartire da lunedì. Nell’ambiente devono sapere che siamo primi, speriamo che lunedì i tifosi possano sostenerci come hanno fatto con il Sassuolo». L’ex Genoa si è poi “sfogato”: «Arrivavo da un’annata positiva col Genoa, con 12 gol. Arrivato qui a Roma sembravo un pacco, un giocatore finito. Non mi sono mai sentito tale, mi sono sempre sentito un calciatore vivo e disponibile alla causa. È arrivato il mister e ha imparato a conoscermi, c’è un buonissimo rapporto con Garcia e il suo staff – le sue parole -. Una persona fresca, positiva. Ti carica e ti da voglia di fare. E’ un personaggio positivo e una bella persona, oltre a un bravissimo tecnico. Speriamo possa fare la storia della Roma».
Garcia che è ha cambiato il volto della squadra: «La Roma ha sempre avuto i giocatori validi però, senza peli sulla lingua, non c’era chi sapeva metterli insieme. È stata brava la dirigenza a prendere questi giocatori e dare grande merito a Garcia che ha saputo fare un gruppo unendo Trigoria. Chi mi ha colpito di più? Tutti stanno facendo la loro parte, da Benatia a Strootman ai vecchi come Florenzi. De Sanctis? Parla ma para anche tanto. È un giocatore fondamentale dentro e fuori dal campo». Poi sugli obbiettivi ha aggiunto: «Questa squadra farà di tutto per andare in Europa. Finchè rimaniamo quassù cercheremo di starci fino a marzo e tentare di fare qualcosa di straordinario. Napoli e Juve più attrezzate? Sì, anche l’Inter». Classifica che poteva essere “migliore” se non ci fosse stata qualche svista arbitrale: «Sì, ci sono state delle sviste, con un paio di rigori avremmo avuto qualche punto in più. Ma non credo nella malafede. Ci sono arbitri bravi e meno bravi. Come abbiamo sbagliato noi nel gestire la partita, sono cose che ci devono far crescere e imparare da queste cose». Borriello ha poi parlato del suo futuro: «Vorrei chiudere la carriera in giallorosso, ne sto parlando con la società» e del suo rapporto con Totti: «È un rapporto leale, sincero. Bisogna essere intelligenti e avere buon senso di capire la situazione. È forte, fa gol, ora è fermo ma prima dell’infortunio anche a livello fisico faceva cose importanti. Se gioca come stava giocando prima dell’infortunio sarebbe una pazzia non portarlo al Mondiale». Contro il Chievo Marco è tornato al gol con la maglia giallorossa: «Emozioni forti, era da tanto che non facevo un gol all’Olimpico davanti ai miei tifosi. Il destino ha voluto che facessi questo gol vittoria che ci ha permesso di entrare nella storia, speriamo per tanto tempo, del calcio italiano». Infine, una battuta sulla sfida di questa sera contro il Cagliari: «È una squadra che ha sempre messo in difficoltà la Roma. Quest’anno, però, cambieranno le cose…».
Il Romanista – A. Ferrari