Se è vero che nella vita tutto ha un prezzo, nel mondo del calcio non bisogna neppure fare troppa fatica per scovarlo. Calciatori, allenatori, procuratori — ma anche dirigenti, medici, fisioterapisti — camminano con addosso un virtuale cartellino appiccicato addosso, su cui è possibile quanto ciascuno di essi vale al fixing odierno. Da questo punto di vista, forse, Daniele De Rossi avrebbe tante cose da raccontare, perché il suo prezzo ha rappresentato un ottovolante, una sorta di altimetria da Giro d’Italia che probabilmente stava ad indicare anche il valore del calcio italiano nel panorama mondiale.
VALORI Fino all’estate 2010 si è sempre sussurrato che la passata proprietà della Roma avesse rifiutato un’offerta di 60 milioni del Chelsea di Abramovich. Poi, su cifre di poco più basse, le pretendenti sono state tante, dal Real Madrid al Manchester City fino al Psg, con due allenatori su tutti — Ancelotti e Mourinho — che hanno sempre dichiarato di stravedere per il ragazzo di Ostia. Complice un rinnovo di contratto che ha fissato il suo ingaggio a 6,5 milioni a stagione (premi compresi), nell’ultima sessione di mercato — quella in cui Daniele era virtualmente all’asta — per una particolare congiuntura tecnico-economica invece il centrocampista ha visto sfiorire tutti i suoi pretendenti, prima che Moyes (consigliatosi con Fabio Capello) non avanzasse una formale offerta da parte del Manchester United di 12 milioni. Se la Roma era pronta a trattare, De Rossi però non lo era più. Il corteggiamento era arrivato troppo tardi (intorno alla metà di agosto) e Daniele aveva già speso la propria parola con Rudi Garcia sulla sua permanenza. E anche questi, a pensarci bene, rappresentano dei valori.
LEADER AZZURRO Adesso il centrocampista viaggia serenamente verso i 31 anni (li compirà a luglio) e con tutta probabilità chiuderà la sua carriera da leader riconosciuto della Roma. Ma a renderlo tale non è più il super-contratto, l’anzianità di servizio o l’ottimo feeling con l’allenatore di turno. Dalla prima giornata di campionato — santificata col primo gol stagionale giallorosso — De Rossi ha ritrovato passato e futuro in un colpo solo. E la Nazionale che lo consacra insostituibile. A quel punto, nemmeno l’infortunio di giornata lo turba. «Accusa una piccola distorsione all’alluce destro rimediata contro il Sassuolo, ma dopo essere rimasto a riposo non dovrebbe essere nulla di grave», dice il professor Castellacci. Meglio così. Contro i panzer tedeschi, la diga De Rossi deve essere al posto giusto.
Gazzetta dello Sport – M.Cecchini