La Gazzetta dello Sport (G. Dotto) – Il derby Romano. Non ci fosse stato avrebbero dovuto inventarlo. Lo scenario giusto per esaltare della sfida del tutto o niente tra due tipi a loro modo estremi. Eroi cazzuti, che più uguali e diversi non si può, Mou e Mau, di un cartoon dai denti affilati. Non si amano di certo ma non possono dire apertamente di detestarsi, trovano allora pretesti per farselo sapere in tutti i modi possibili. Il derby è un ottimo pretesto. Materia infiammabile. Intendiamoci, detestarsi non esclude l’ammirarsi.
Sarri non può non rispettare la preponderanza dialettica di Mourinho, il suo abbacinante carisma; Mourinho non può che amaramente (forse dolorosamente) prendere atto della sapienza calcistica di Sarri. Entrambi hanno dovuto sperimentare sulla loro pelle la virtù dell’altro. Più volte sul campo il mago di Setubal, tre derby persi su quattro sono ustioni di primo grado. Accende temerario la miccia Sarri, ma toppa l’argomento. La storia della ”amichevole” di Praga non regge. Amichevole un piffero, quelli dello Slavia sbranavano uomini e palla, il coltello tra i denti, la partita della vita.
I due hanno capito di non amarsi (eufemismo) da almeno cinque anni, dai tempi di Chelsea e Manchester United, Mau di là, Mou di qua, battute, veleni, risse sfiorate, il più delle volte per interposta controfigura, alias il vice di turno. Trattasi di due solisti dalla indole maniacale. Mou si nutre del suo ego, l’altro, Mau, si nutre delle sue ossessioni calcistiche.