L’Osservatorio del Viminale si riunisce domani a Roma e prenderà dei provvedimenti in merito al derby di Torino: ai tifosi granata e bianconeri saranno vietate le prossime trasferte. La Juve non potrà contare sui suoi sostenitori sabato a Marassi contro la Samp (e molti si sarebbero mossi da Torino), mentre il Toro avrà solo tifosi residenti in Sicilia domani a Palermo. Per ora l’Osservatorio ha vietato la vendita dei biglietti ma domani, come detto, bloccherà ufficialmente le trasferte.
Intanto, la questura di Torino è al lavoro: per ora di Daspo in arrivo sono una ventina, fra granata e bianconeri. Ma altri tifosi saranno (presto) identificati: possibile il Daspo di gruppo per quei tifosi granata che aveva assediato il pullmann della Juve. “Basta col dire che sono poche decine. La verità è che si tratta di inciviltà diffusa nel mondo del calcio” sostengono dal Viminale. C’è forte contrasto fra le istituzioni calcistiche e la polizia. La battuta dei dirigenti Figc su “meno convegni e più azioni” è piaciuta poco. Anzi, la prossima settimana ci sarà un altro convegno a Spoleto dove saranno presenti i vertici del Viminale: forse il mondo del pallone manderà l’onnipresente Lotito (che ha sicuramente tanti difetti ma lui almeno c’è sempre, ci mette la faccia).
Intanto, al Viminale sono ancora in attesa di passi concreti del mondo del calcio: più volte (anche ieri lo stesso Tavecchio) è stato garantito che Figc e Lega si sarebbero costituire parti civili chiedendo i danni ai violenti (identificati). Mai fatto. Gli stessi club non ci pensano assolutamente, preferiscono pagare le multe o vedersi chiudere le curve. Per quanto riguarda il giudice sportivo, intanto, bisognerà attendere chiarimenti definitivi da Torino su chi ha lanciato la bomba carta. Lo stesso Osservatorio li ha chiesti ma non li ha ancora avuti: per la polizia la bomba sarebbe arrivata dal settore occupato dai tifosi juventini, per il pm la matrice sarebbe granata. Il giudice Tosel è pronto a chiudere “la” curva (per una o due gare) ma aspetta che gli dicano quale…
Limite mandati, 27 presidenti di Federazione a rischio. Ma Carraro spiega – La commissione cultura del Senato sta lavorando da tempo su un disegno di legge (di ispirazione Pd) che vuole mettere un limite ai mandati (massimo due, quindi 8 anni) per i presidenti delle Federazioni sportive. Ora siamo agli emendamenti, poi potrebbe andare in aula e ottenere un consenso bipartisan. Se diventasse legge, il prossimo anno 27 presidenti su 45 dovrebbero lasciare. Fra loro dirigenti storici dello sport italiano. Un’ecatombe, un rinnovamento totale. Che non convince tutti. Malagò ha già espresso il suo parere contrario. Anche Franco Carraro, membro Cio e di Giunta Coni, oltre che referente per lo sport di Forza Italia, non è d’accordo. E lo spiega in questa nota che ha fatto pervenire al Coni e che anticipiamo.
1)Il Presidente ed i dirigenti delle Federazioni Sportive Nazionali rappresentano il vertice del volontariato più numericamente consistente che opera in Italia
2) il contributo pubblico alle Federazioni Sportive Nazionali, che sono comunque associazioni di diritto privato, in taluni casi costituisce una parte preponderante delle entrate, in altri casi rappresenta meno del 50%. Se si quantizza sul piano economico l’apporto operativo di decine di migliaia di volontari e se si tiene conto del danaro immesso dai dirigenti e dai soci nelle Società sportive ad ogni livello, si può dire che il contributo statale, per quanto elevato, rappresenta una percentuale non consistente del movimento economico generato dalla attività delle Federazioni Sportive Nazionali.
3) i contatti a livello nazionale sono molto frequenti, a livello internazionale molto meno. Un ricambio troppo rapido dei dirigenti di vertice potrebbe comportare il rischio di una influenza assai inferiore dell’Italia nell’ambito degli organismi sportivi internazionali.
4) Paesi democratici e sportivamente omologhi al nostro come Francia, Germania, Inghilterra e Spagna, non prevedono per le Federazioni Nazionali limiti ai mandati dei propri dirigenti. Anche le Federazioni Internazionali non prevedono tali limiti. Il Comitato Internazionale Olimpico è l’unico organismo internazionale che prevede un limite al mandato del proprio Presidente: 12 anni.
5) Il legislatore italiano, con la legge 280/2003, ha espressamente riconosciuto il principio di autonomia dell’ordinamento sportivo nazionale, facente capo al CONI, in virtù dell’appartenenza del CONI stesso all’ordinamento sportivo internazionale. Inoltre, il Trattato UE ha sancito il principio della “specificità dello sport” e l’ONU il 16 ottobre 2014 ha adottato una Risoluzione con la quale ribadisce l’indipendenza e l’autonomia dello sport, nonché la missione del CIO alla guida del movimento olimpico.
Aggiunge Carraro: “Per questi motivi sono personalmente contrario a leggi che prevedano un limite di mandati ai dirigenti delle Federazioni Sportive Nazionali. Qualora il Legislatore intendesse comunque procedere, bisognerebbe prevedere il limite di 3 mandati per il CONI e le Federazioni Sportive Nazionali. In tal modo ci si ispirerebbe alla norma del CIO, che prevede per il Presidente un limite di 12 anni. Si dovrebbe anche prevedere una norma transitoria.” Probabile che se ne parli domani in occasione di Giunta e Consiglio nazionale del Coni.