«Aho, ce devi fa un go’ ar derby». È questa, nel novanta per cento dei casi, la prima fase che ascolta qualsiasi giocatore di Roma o Lazio quando atterra a Fiumicino per la prima volta. Giusto per far capire anche ai novellini il valore del derby nella Capitale. Quest’anno, poi, la formula è stata ripetuta a ritmi insostenibili. Merito di un calciomercato che ha portato a Roma tantissimi nuovi giocatori. Tutti elementi importanti, quasi tutti con le carte in regola per giocarsi un posto da titolare tra una settimana. Dieci giallorossi (escludendo il giovane Nego), sette biancocelesti. Quasi una rosa completa con tanto di allenatore, se si considera che anche per Luis Enrique il derby «Capitale» è inedito. Ogni reparto ha una sfida particolare.
La prima è proprio quella tra i portieri. Marchetti e Stekelenburg si avvicinano alla stracittadina con umori diversi. Entrambi sono partiti con alcune incertezze. Poi, mentre l’estremo difensore della Lazio cominciava a dare sempre più segnali rassicuranti, l’olandese della Roma si è dovuto fermare per il trauma cranico e cervicale rimediato nello scontro con Lucio. I dottori temevano uno stop più lungo, invece Stekelenburg ha ricominciato ad allenarsi con costanza e a candidarsi per un posto da titolare. La prossima settimana di allenamenti sarà decisiva per valutare il suo impiego. Federico Marchetti a Firenze ha finalmente fatto intravedere frammenti di quel portiere che, da Cagliari, si era saputo conquistare la maglia della Nazionale. Ora è chiamato a confermare i progressi in una gara che, a chi in carriera ha vissuto al massimo la rivalità tra Albinoleffe e Atalanta, non potrà che provocare una certa emozione.
Anche in difesa sono tanti gli iscritti al «ballo dei debuttanti». Konko, Lulic e Stankevicius da una parte; Kjaer, Heinze e José Angel dall’altra. Il giusto mix di esperienza e di incoscienza giovanile. C’è un vero e proprio veterano dei derby come Heinze, che li ha giocati sia a Madrid con la maglia del Real che a Manchester con quella dello United. Così come qualcosa delle partite da non sbagliare la sanno anche Konko e Stankevicius, che hanno affrontato il derby della Lanterna a maglie invertite, il primo con il Genoa e il secondo con la Sampdoria. I più giovani Kjaer, Lulic e José Angel potrebbero patire un po’ di emozione, ma non sempre il noviziato si rivela un ostacolo. Provate a chiederlo a Paolo Di Canio che, nel 1989, a 20 anni, debuttò nella stracittadina realizzando il gol della vittoria biancoceleste.
A centrocampo la sfida potrebbe essere meno accesa. Dalla parte biancoceleste, infatti, difficilmente si vedrà in campo Lorik Cana. Non fosse altro perché la mediana è il reparto che, da parte Lazio, vanta più reduci dall’ormai lontana ultima vittoria sulla Roma: Ledesma, Brocchi e Matuzalem. Sarà a loro che, con ogni probabilità, si affiderà Edy Reja per sfatare il tabù personale. Anche tra i centrocampisti giallorossi sarà improbabile vedere in campo volti nuovi. Un po’ perché Gago è reduce da un infortunio e al massimo dovrebbe partire dalla panchina, un po’ perché Pjanic è il maggior indiziato a sostituire Totti nel ruolo di trequartista qualora in capitano giallorosso non dovesse recuperare dalla lesione muscolare alla coscia. Assai più saporita la sfida in attacco, con una serie di fuoriclasse che non vedono l’ora di mettere il marchio sulla gara più importante dell’anno ed entrare definitivamente nel cuore dei tifosi.
La Lazio schiererà gli inamovibili Klose e Cisse. Entrambi hanno esperienza da vendere e hanno segnato gol a tutte le latitudini. Il tedesco non è tipo da fare proclami, assai più loquace, sull’argomento, il francese: «Gli ultimi cinque derby la Lazio li ha persi. Ma io amo rompere le serie: il Sunderland non batteva il Newcastle da 30 anni, poi con me in campo…». Nella Roma senza Totti l’attacco sarà sulle spalle di Osvaldo e Bojan. Il primo, a segno nelle ultime tre partite e pronto all’esordio con la Nazionale di Prandelli, può vantarsi di aver messo la firma nel derby più difficile: con la maglia dell’Espanyol ha segnato un gol al Barcellona. Lo stesso Barcellona che ha lanciato Bojan che, nelle giovanili blaugrana ha deciso parecchie sfide contro i cugini. E ora è arrivato anche il momento di Lamela: «Sto bene – dice l’argentino – sono a disposizione e spero di giocare. Poi sarà Luis Enrique a decidere». Lamela sarà convocato per la prima volta e spera di poter rivivere almeno per qualche minuto le sensazioni delle sfide tra River e Boca. Accanto a lui in panchina ci sarà Borini, un altro candidato al ruolo di sorpresa del derby. Sul palcoscenico ci sarà una compagnia quasi completamente nuova. Al pubblico il compito di valutare la riuscita dello show.
Il Tempo – Carlantonio Solimene
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