Se con i deferimenti di Palazzi oggi prende il via la prima tranche del processo sportivo sul calcio scommesse – che riguarderà il primo filone delle indagini della procura di Cremona – la magistratura ordinaria continua ad indagare.
In queste ore è molto attiva la procura di Bari che ha disposto accertamenti (anche bancari) sull’ex presidente del Lecce, Pierandrea Semeraro, che secondo gli inquirenti potrebbe aver avuto un ruolo nella combine del derby Bari-Lecce che fece guadagnare ai salentini la permanenza in A. La partita, disputata il 15 maggio 2011 e finita 2-0 per i salentini, secondo l’accusa fu oggetto di combine: vennero infatti versati in più tranche (230.000 euro complessivi) ad Andrea Masiello e ai suoi presunti complici, Gianni Carella e Fabio Giacobbe, tutti e tre agli arresti domiciliari.
I primi 50.000 euro furono consegnati – secondo l’accusa – a Masiello e Carella il 22 agosto scorso durante l’incontro avvenuto nell’hotel Tiziano di Lecce a cui parteciparono due intimi amici di Pierandrea Semeraro, l’imprenditore Carlo Quarta e il legale salentino Andrea Starace.
Novità anche sulle partite che tre ultrà biancorossi – Raffaele Lo Iacono, Roberto Sblendorio e Alberto Savarese – con minacce, avrebbero chiesto di perdere ad alcuni calciatori del Bari per potersi così assicurare una forte vincita con le scommesse fatte. Oltre a Bari-Sampdoria e Cesena-Bari, ora spunta anche Bari-Chievo. Le ipotesi più probabili – da contestare ai tre tifosi – sono di tentativo di estorsione oppure di violenza privata.
Il Messaggero – Stefano Carina