Corriere Della Sera (G.Piacentini) – Francesco Totti, Daniele De Rossi e Luciano Spalletti. Della Roma che esattamente dieci anni e un giorno fa compì l’impresa di espugnare (2-0) lo «Stade Gerland» di Lione, conquistando l’accesso ai quarti di finale di Champions League, sono rimasti soltanto loro. Quel giorno Totti mise la sua firma sulla vittoria, realizzando il gol del vantaggio prima che il brasiliano Mancini mettesse al sicuro la qualificazione. Giovedì sera, nell’andata degli ottavi di finale di Europa League, ci sarà bisogno di compiere una nuova impresa, magari meno complicata (sulla carta) ma ugualmente importante. Dopo la doppia sconfitta con Lazio e Napoli che ha compromesso le possibilità di conquistare la finale di Coppa Italia e complicato il cammino verso la qualificazione diretta in Champions (ora i punti di vantaggio sulla squadra di Sarri sono due), la Roma ha bisogno di tornare a vincere per recuperare convinzione e un po’ di morale. «Vietato mollare», c’era scritto ieri su uno striscione fuori da Trigoria, lo stesso concetto che Spalletti va ripetendo ormai da un po’ di giorni e che ieri ha ribadito alla squadra.
Oltre ad essere gli unici reduci di quella vittoria, Totti, De Rossi e Spalletti hanno in comune anche un’altra cosa: sono tutti in scadenza di contratto. Caso più unico che raro, visto che si tratta di capitano, vice e allenatore, praticamente le tre figure sportive più importanti in una squadra di calcio. La situazione più complicata è quella del tecnico, che oggi compie 58 anni. «Se la società chiederà del mio futuro, risponderò», ha detto alla vigilia della gara con il Napoli. Da ormai parecchi mesi Spalletti ha chiarito che la sua permanenza è legata alla vittoria di un trofeo o, in alternativa, alla costruzione di una squadra in grado di competere per vincere. Comunque sia, non bisognerà aspettare troppo per capire se sarà davvero così o se le garanzie che gli ha offerto la società gli basteranno. Così come non bisognerà aspettare troppo per conoscere il futuro di Daniele De Rossi. Lui vuole rimanere e la società vuole tenerlo: il discorso economico, lo ha ammesso lo stesso calciatore, non sarà mai un problema. Come non lo sarebbe per Francesco Totti: lui però dovrà fare altri conti, soprattutto col suo fisico e con la voglia di continuare. Solo se le risposte saranno quelle giuste, il momento dell’addio sarà rimandato di altri dodici mesi.