La Repubblica (M. Juric) – Si scrive Roma-Brighton ma si legge De Rossi contro De Zerbi. Perché l’andata degli ottavi di finale di Europa League (questa sera, ore 18.45, in tv su Sky e Dazn) è soprattutto la sfida tra due degli allenatori della nouvelle vague italiana. L’allievo contro il maestro. Due amici che per una sera dovranno essere, per forza di cose, avversari. Nonostante la vigilia sia stata contrassegnata da reciproci complimenti.
“Roberto sta offrendo qualcosa di riconoscibile nel mondo del calcio, un marchio che si porta dietro”, ha ammesso De Rossi. Che solo pochi giorni fa aveva definito “genio” De Zerbi: “Non mi sento un genio, ma non mi manca il coraggio di fare cose che altri non farebbero – ha sottolineato con fierezza l’allenatore del Brighton – De Rossi è nato per fare l’allenatore. Credo che sia sulla strada giusta per diventare un grande allenatore, se non lo è già”. Tra una carezza e l’altra però c’è anche il campo e il lavoro di due predestinati alla prima sfida frontale. De Rossi punta sull’orgoglio: “Rispettiamo il Brighton, ma noi siamo la Roma”. Più cauto De Zerbi: “Non abbiamo esperienza, siamo venuti a giocarcela con umiltà. Ma sappiamo quello che valiamo”.
Nonostante cinque titolari infortunati: “Inutile piangere, siamo abbastanza”. Tante parole, ma nessuna anticipazione sulla formazione che schiererà la Roma: “Difesa a 3 o 4? Non lo dico”. De Rossi rimane coperto per non dare appigli all’amico De Zerbi. Ma conferma come l’obiettivo primario resti il campionato: “Questa squadra non può arrivare sotto al quarto posto nel campionato italiano per i valori che ha. È inaccettabile essere fuori dalla Champions da cinque anni”.