«Basta parlare del contratto, ora c’è il derby». Il quindicesimo in nove anni per Daniele De Rossi che rischia di giocare una delle sue ultime stracittadine con la maglia giallorossa. «Io penso che sia più importante il futuro della Roma che il mio – ha dichiarato De Rossi ai microfoni di Rai Sport -. A prescindere dal mio contratto, il club giallorosso sta creando qualcosa di importante. Se non rinnovo io risparmiano bei soldi e prendono altri calciatori importanti, forti come me. Il mio rinnovo non deve essere un assillo per tutti».
«Solo una battuta», fa sapere la Roma, qualcosa di più per il centrocampista che attende un segnale di avvicinamento ulteriore da parte della società. Infatti, sembrerebbe che la differenza tra richiesta e offerta sia di un milione e mezzo, ma con il contratto in scadenza a giugno 2012, la Roma può tirare poco la corda. L’arrivo di Baldini (martedì prossimo) servirà a chiarire la situazione. «Però ora pensiamo al derby», interrompe De Rossi. Contro la Lazio domenica sera sarà lui ad indossare la fascia di capitano al posto dell’infortunato Totti: «Quella di Francesco sarà un’assenza pesantissima, ma io sono pronto a prendermi le mie responsabilità. Questa partita la sento, e ci tengo molto. Sono fortunato perché gli ultimi derby li ho sempre vinti e voglio vincere anche questo. A 21-22 anni il derby lo vivevo male e non facevo buone partite, ora la tendenza è cambiata e ho grande tranquillità». È peggiore l’eventuale assenza di Totti nella Roma o quella di Klose nella Lazio? «Klose è un attaccante che stimo molto – risponde De Rossi – ma la storia dice che se una squadra perde Totti è una brutta batosta».
Poi però il centrocampista azzarda un pronostico che ad oggi sembra impossibile : «Non sono poi sicuro che Francesco non ci sarà, il passato ci ha insegnato che le sorprese sono dietro l’angolo. Vi ricordo che contro l’Arsenal (nel 2009, ndr) il capitano ha giocato praticamente zoppo, aiutandosi con antidolorifici: se c’è una partita in cui lui può fare qualcosa di più è il derby». A smentire questo ottimismo però sarà Luis Enrique che non schiererà mai e poi mai un giocatore che non è al cento per cento, anche se si tratta di Totti. Il capitano oggi parlerà in conferenza stampa per la prima volta da quando DiBenedetto è presidente. Per il numero dieci già si parla di un futuro da dirigente. «Non so quando smetterà Totti. Io comunque non ho la fissazione della fascia, né con la Roma, né con la Nazionale. Sono due cose che probabilmente un domani mi toccheranno, ma non è un assillo. A volte vado a controllare le presenze, poco tempo fa ho superato Di Bartolomei e mi è sembrato quasi un oltraggio». Infine una battuta sulla nazionale: «Mi fa piacere giocare e disputare 90 minuti. Non ho mai pensato a risparmiarmi. Giocare in nazionale, è un privilegio. Cassano smette? Magari, così smetto io di sopportarlo, mi ha distrutto le orecchie questa settimana».
Leggo – Francesco Balzani