La Stampa – De Rossi, futuro in bilico. Psg e City offrono più della Roma

Il rumore dei nuovi e soliti ricchi arriva fin dentro al cuore di Roma. C’è Capitan Futuro inseguito dai dubbi, un giocatore, Daniele De Rossi, davanti al bivio di una vita: romano di Ostia, romanista dalla nascita e, ora, con gli arabi sulle sue tracce e gli americani pronti ad accoglierlo come il centro del loro progetto.

Un duello, dunque. Il verdetto è ancora là, appeso alle prossime (e decisive) ore che potrebbero impoverire il calcio italiano ben oltre la possibile fuga del suo cervello fra i più illustri. De Rossi è la pancia della nostra Nazionale, lui che a Berlino 2006 brindò dal dischetto al titolo Mondiale e che, del ct Prandelli, è il soldato più fedele. Ma, Capitan Futuro (così lo chiamano nella Capitale perché, per tutti, incarna il dopo Totti come simbolo), è diventato anche il ragazzo d’oro di un calcio mercato che, ormai, non fa più differenze fra i colpi d’estate e quelli di gennaio, figuriamoci per un ragazzo di 28 anni e libero di firmare un nuovo contratto con qualunque club avendo l’attuale accordo con la Roma scadenza nel prossimo giugno. In molti lo corteggiano, il Real Madrid lo tenta, il Manchester City gli ha messo gli occhi addosso a tal punto da averlo inserito in cima alla lista dei rinforzi già da subito: gli sceicchi non scherzano, il tecnico del club di Mansour nemmeno ed è noto da tempo come Roberto Mancini ha indicato in De Rossi l’uomo della provvidenza.

Roma vive con il fiato sospeso e teme che lo sbarco a Trigoria di James Pallotta, il nuovo uomo forte della cordata Usa a discapito del presidente (per ora) Thomas DiBenedetto, non serva a dare la scossa a una situazione in bilico da mesi. Pallotta atterrerà nel pianeta giallorosso questa mattina, una prima volta assoluta per uno dei proprietari dei Boston Celtics in Nba. Nella sua agenda, un vertice societario proprio per decifrare gli umori di De Rossi: gli americani non hanno la forza di alzare ulteriormente l’offerta di rinnovo contrattuale che, per i prossimi cinque anni, oscilla dai 4 ai 6 milioni di euro a stagione, premi compresi. Sul tavolo, ci sarebbe anche la volontà di inserire nel nuovo, possibile, accordo con Capitan Futuro una clausola rescissoria vicina ai 30 milioni. Può bastare? A De Rossi non piace la formula a «premi», ma, allo stesso, tempo, non piacerebbe nemmeno fare uno sgarbo alla sua casa giallorossa, ovvero andare altrove senza aver fatto incassare un euro alla Roma.

De Rossi al centro del mondo che parla, soprattutto, arabo. Il City, in estate, preparò un assalto da nove milioni di euro a stagione come ingaggio, investimento, ora, facilitato dalla possibilità di arrivare al ragazzo di Ostia senza doverne pagare il cartellino. Lui, Capitan Futuro, è perplesso, dubbioso, sentimentalmente fuori giri: da un lato c’è la sua gente, il suo popolo, dall’altro la certezza di imbarcarsi in una nuova avventura che potrà traghettarlo a quei successi individuali che, fino a oggi, ha soltanto sfiorato. De Rossi è stato fra i primi ad applaudire la svolta Luis Enrique, ma è anche molto sensibile alle mosse di un club, la Roma a stelle e strisce, che ha sbandierato chiaramente il suo destino: prima di tre anni non si vince, questo il percorso indicato dalla nuova dirigenza. Così, a 28 anni e chiamato al rinnovo contrattuale della vita, Capitan Futuro non riesce a uscire dall’impasse che sta spezzando il cuore giallorosso della Capitale.

De Rossi deve decidere e lo farà presto. L’Italia e il suo campionato tifa perché il cervello (insieme con Pirlo) della Nazionale di Prandelli non faccia le valigie altrimenti il vuoto sarebbe più profondo di quando, pochi mesi fa, a traslocare furono maghi del valore dell’ex interista Eto’o in Russia, dell’ex udinese Sanchez al Barcellona e del giovane ex palermitano Pastore a Parigi. La partita americani contro arabi (anche gli sceicchi a capo del Paris Saint Germain hanno drizzato le antenne sul giallorosso ora che c’è Ancelotti in panchina) è ancora aperta e va ai supplementari: i soliti e nuovi ricchi tengono in mano il futuro di un ragazzo che ha Roma nel cuore e il made in Italy addosso.
La Stampa – Guglielmo Buccheri

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