De Rossi: “Lukaku ha un fastidio all’anca. Volevo tornare a lavorare, non per forza alla Roma, cercavo soluzioni molto più umili “

Daniele De Rossi ha parlato ai microfoni di Sky prima del match valido per gli ottavi di Europa League contro il Brighton. Queste le sue parole:

Bella atmosfera.

“Assolutamente, anche se non è uno degli stadi più blasonati. A livello strutturale dovremmo imparare qualcosa da loro. Creano gioiellini che farebbero bene anche al nostro calcio”.

Che ti piace della Premier?

“Un po’ tutto. Dall’atmosfera ai campi, alle tifoserie vicine e fino ad arrivare ai grandissimi allenatori e giocatori. È affascinante viverlo da lontano e penso anche di persona”.

Le condizioni di Lukaku?

“Non è venuto con noi. Ha questo problema all’anca che gli si ripresenta sistematicamente a distanza di qualche mese. Le cure che fa lo portano a star fuori per un paio di giorni, vedremo in seguito come si svilupperà questa situazione”.

È risolvibile in pochi giorni?

“Non lo vorrei dire, perché non lo so onestamente. Da quello che mi dicono sì,  però non ho la certezza. Non capisco nulla di queste cose e l’anca è l’unica cosa che non mi sono mai infortunato in carriera”.

Ci aspettiamo un turnover più ampio domani?

“Non è questione di turnover, ma di volere tanta gente in campo fresca e pronta per fare una grande partita come nella gara d’andata. Tanti giocatori hanno giocato tante partite, quindi c’è bisogno di giocatori freschi, nei quali ripongo tantissima fiducia. Non è questione di mettere titolari o riserve, ma avere gente sempre al 200% in campo”.

Sei arrivato nella tua squadra del cuore, hai placato la squadra. Riesci a dormire bene durante la notte?

“Mi porto il truccatore, ho le occhiaie (ride, ndr). Da 2-3 giorni ho dolore al dente, quindi di notte già si dorme poco perché pensi al lavoro. Sono due mesi in cui si dorme poco, ma è un lavoro che ti rende felice. Sono stanco e lavoro tanto, ma sto meglio adesso rispetto a due mesi fa quando aspettavo e avevo fame di lavorare e non per forza alla Roma, cercavo soluzioni molto più umili (ride, ndr)”.

C’è il rischio di ‘overthinking’ di cui qualcuno parla?

“C’è il rischio di pensare a troppe soluzioni o a troppe poche. A volte fai la formazione, forse sbagliando, pensando a 3-4 formazioni insieme. Quando giochi partite ravvicinate un occhio alla partita successiva lo butti. Magari cerchi di dosare le forze. Non è che uno cerca di pensare troppo alla formazione, ma magari pensa a due formazioni nello stesso tempo. Penso che io non pensi troppo rispetto ai miei colleghi, ci penso come tutti e poi a volte va tutto per il verso giusto e a volte meno. Ci sono gli avversari, poi io vengo in conferenza a dire che ho sbagliato e altri colleghi magari non ve lo dicono”.

L’inviato di Sky Paolo Assogna gli mostra la formazione al telefono: vicino o lontano da quella che sarà?

“Vicino (ride, ndr).

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