Il Messaggero (S. Carina) – Nemmeno ieri, il giorno dopo la vittoria del derby, si è potuto dedicare “al divano, alla birra e alle patatine”, godendosi quanto fatto. Non c’è tempo. La Lazio è già un ricordo, per carità piacevole, ma tale rimane. E così, come al solito, è stato uno dei primi a presentarsi a Trigoria e l’ultimo a lasciarla, nel tardo pomeriggio. Il presente di De Rossi si chiama Milan, è l’Europa League. C’è da studiare infatti come fermare lo spauracchio Leao e superare l’ostacolo rossonero.

E il futuro? Non può che far rima con rinnovo. Inutile girarci intorno: è il tema principale, quello sul quale si attende che la montagna partorisca il topolino. Perché non dovrebbe essere una sorpresa, un evento eccezionale, ma la semplice conseguenza di chi ha conquistato 26 punti in 11 gare, vincendone 8 (tra cui il derby, che non guasta) e perdendone appena una contro l’Inter schiacciasassi, ha superato due turni di Europa League, rivalutando e rivitalizzando calciatori e ambiente.