Il Messaggero (S. Carina) – Il giorno dopo, De Rossi fa finta di nulla. Ieri è entrato a Trigoria, salutato, allenato, scherzato, come se non fosse accaduto niente. E invece qualcosa è successo. Perché il 4-0 con il Brighton ha fatto rumore, in Inghilterra, ma anche a Trigoria. Fatto sta che il lavoro di Daniele non può più passare inosservato. Così le mancate conferme a chi chiede notizie sul futuro, somigliano molto a mezze convalide che sotto traccia – al netto delle smentite pubbliche dei diretti interessati – se ne stia già parlando. E non bisogna attendere la fine della stagione per comprendere che De Rossi è l’uomo giusto con il quale continuare.
Dalle sue parole traspare un rapporto molto stretto, continuo, quotidiano, nonostante il momento di profondo cambiamento che sta vivendo internamente il club. Che secondo rumors in ambiente di mercato ha già bloccato (non potendolo però annunciare perché ancora sotto contratto) il futuro ds (in pole, se avrà l’ultima parola la Souloukou, c’è Modesto) ed è pronto a proporre a DDR un biennale. Poi tempi e modi saranno i silenti Friedkin a comunicarlo. Le parti, ad oggi, non hanno fretta. Anche perché quello che conta è che la Roma si è ricompattata.
Comprensibile che alla parola rinnovo, De Rossi sorrida e passi avanti. Il capolavoro personale Daniele lo sta facendo a Trigoria. La squadra pende dalle sua labbra ma non come accadeva prima in un rapporto padre-padrone. Il suo essere primus inter pares è confermato da quella frase, uscitagli involontariamente (?) nel post-Brighton:“Cerco di allenarli e farli andare forte, trattandoli da esseri umani”. Chissà se a qualcuno, in queste ore a Riad, non siano fischiate le orecchie.