Corriere della Sera (G.Piacentini) – Di Francesco c’è, Francesco ancora no. E forse fino ad agosto non si vedrà. Riparte oggi la Roma, la prima con il nuovo allenatore in panchina e la prima senza Totti in campo. Ieri il tecnico giallorosso era a Trigoria, tirato a lucido dopo le vacanze trascorse in Sardegna: ha incontrato i dirigenti, ma anche Alessandro Florenzi, che da lunedì scorso ha ripreso ad allenarsi in palestra, e il nuovo capitano, ovviamente Daniele De Rossi. Diciassettesima stagione nella Roma, Daniele raccoglie l’eredità di Totti, e se c’è uno a cui quella fascia non peserà è proprio lui. L’ex numero 10 (la maglia non sarà assegnata per questa stagione, in futuro si vedrà) non ci sarà: per la prima volta dal 1989 la Roma inizierà un anno senza averlo tra i tesserati, ma i tifosi sperano che sia solo un’assenza momentanea e che dopo il ritiro di Pinzolo, e forse la tournée negli Stati Uniti, Totti possa chiarirsi con i dirigenti e trovare il suo posto nel mondo. Cioè, ancora una volta, a Trigoria, dove lo vuole anche Eusebio Di Francesco, che stamattina alle 8.15 accoglierà i calciatori che partiranno per il ritiro di Pinzolo.
Non ci saranno tanti nazionali, che si aggregheranno direttamente prima della partenza negli Usa, ma moltissimi giovani e tanti calciatori di passaggio. La prima giornata della nuova stagione prevede visite mediche per tutti, pranzo al Bernardini, serata libera prima di andare a Pinzolo domani, via Trento in treno. La Roma resterà tra le Dolomiti fino al 14 (previste due amichevoli), poi il 16 volerà dal presidente James Pallotta: farà base a Boston e affronterà Pairs Saint-Germain, Tottenham e Juventus. Al ritorno possibile un’amichevole ad Avellino e il 10 agosto la sfida al Siviglia per il trofeo Puerta. Un programma molto intenso preteso dal nuovo allenatore e avallato dalla società: 6 partite sono già sicure mentre una è da confermare.
Rispetto allo scorso anno non c’è la spada di Damocle dei preliminari di Champions, e quindi si può programmare con maggiore tranquillità, ma Di Francesco ha bisogno di provare e riprovare i suoi schemi perché fa del lavoro tattico la sua filosofia di vita (come Spalletti e Zeman, diverso invece era l’approccio di Garcia) e ha voglia di allenare i giocatori per capirne le caratteristiche e decidere, tra quelli in bilico, chi può fare o meno al caso suo. Ieri ha trascorso la giornata a Trigoria a lavorare: carico, fiducioso e pure un po’ emozionato, pronto al grande salto della sua carriera, con la voglia di conquistare i tifosi.