Il Messaggero (S. Carina) – Non c’è Cagliari che tenga. De Rossi ne era consapevole prima di sedersi ieri e affrontare la conferenza stampa della vigilia del debutto in campionato. Ha così risposto, non si è sottratto, ha provato qualche inevitabile dribbling dialettico, ha azzardato paragoni che potrebbero rivelarsi dei boomerang a stagione in corso, ma al di là del sorriso forzato che non fosse a suo agio, era evidente. Inevitabile. Perché come ha chiarito poi in seguito, non gli si può chiedere in questa nuova veste di fare il tifoso ma come tale sa quello che pensa la piazza. Per ora un paio di striscioni, una scritta a Trigoria e i soliti social, hanno palesato il malcontento in una Roma ancora deserta post-Ferragosto. Il probabile addio di Dybala rischia di essere la stella polare degli umori in stagione, se le cose non dovessero andare come ci si attende.

Ma il probabile addio di Dybala rischia di essere la stella polare degli umori della stagione, se le cose non dovessero andare come ci si attende: “Nessuno è più importante della Roma – rimarca però il tecnico – Al Napoli 24 mesi fa hanno ceduto Fabian Ruiz, Insigne, Koulibaly e Mertens e l’anno dopo hanno vinto lo scudetto. Non sto dicendo che accadrà anche a noi ma a volte le squadre, anche perdendo pezzi forti, si ricostruisco no e rinascono in maniera inaspettata o magari in modo atteso da parte dei tecnici”. Ultime parole che gli rendono onore.

Si prende le sue responsabilità, rimandando però al termine del mercato una spiegazione più esaustiva, intanto oggi a Cagliari Dybala ci sarà. Ma partirà in panchina: “Quello che dovevo dire l’ho detto a lui e alla società. Ho parlato con tutti. Nessuno è più importante della Roma. Un domani Paulo spiegherà. Lui è un giocatore forte, l’ho sempre detto e tale rimane. Voglio soltanto una squadra forte e i risultati buoni. Questa cosa mi salva”.