Corriere della Sera (L.Valdiserri) – «Quando metto questa maglia è come se indossassi un’armatura». Daniele De Rossi è l’unico superstite della Roma che si qualificò per un quarto di finale di Champions. Si va indietro nel tempo: contro l’Olympique Lione nel 2007 e l’anno successivo contro gli spagnoli del Real Madrid. Non è un caso che la Uefa abbia scelto proprio DDR per una lunga intervista che introduce la sfida contro lo Shakhtar Donetsk, un’altra porta per arrivare nelle migliori otto d’Europa. Sarà la presenza numero 54 ed era un segno del destino che De Rossi esordisse prima in Coppa dei campioni e poi in campionato: era il 30 ottobre 2001, Roma-Anderlecht 1-1, allenatore Fabio Capello. Tante partite, stessa emozione: «Vestire questa maglia non mi è mai indifferente, ho sempre un brivido quando la levo dalla stampella dentro lo spogliatoio, anche se poi è diventata la normalità per me. La metto poco prima di entrare, è l’ultima cosa che faccio. Per me è come se mettessi un’armatura: non sempre funziona, ma è quello che sento io. La fascia di capitano non è questa grandissima rivoluzione: negli ultimi anni, in cui Francesco ha giocato un po’ di meno, era già una costante vestirla. Però è una responsabilità importante».
Lo Shakhtar lo ha già affrontato, nel bene (un 4-0 all’Olimpico) e nel male (la gomitata a Srna e la punizione con la prova tv): «Arrivo a questa partita in maniera tranquilla, con le giuste pressioni. Ai compagni non devo dire nulla: stanno lavorando bene. Speriamo di essere usciti dal momento negativo. I giocatori dello Shakhtar sono stati fermi molto tempo, ma hanno passato questi mesi a preparare solo questa partita e, se vogliamo, può essere anche un vantaggio. Le condizioni meteo? Un po’ influiscono. Però a fare la differenza saranno le qualità in campo e giocheremo undici contro undici come sempre. Se il freddo fosse così importante, lo Shakhtar e altre squadre dell’Est vincerebbero ogni anno la Champions…». È proprio in Champions che, finora, la Roma ha dato il massimo, qualificandosi per prima in un girone con Chelsea e Atletico Madrid. «Se ci fossimo prefissati obiettivi al sorteggio avremmo detto: proviamo ad arrivare terzi, magari secondi. Perciò pronostici non ne faccio. Lo Shakhtar è una squadra forte, sottovalutata dai media. Ha eliminato il Napoli, che ci dà 16 punti in campionato. Però penso che ce la possiamo giocare. Ci sono due o tre squadre in questa Champions con le quali forse partiremmo quasi battuti. Ma lo Shakhtar non è una di queste».