La Repubblica (M. Juric) – Dovevano essere le partite in cuicaricarsi la squadra sulle spalle, al grido di “non preoccupatevi, ci penso io”. Senza Dybala e con Pellegrini a mezzo servizio, era sulle spalle di Romelu Lukaku che la Roma riponeva le sue speranze di gol e vittorie. Contro il Sassuolo ci ha pensato il capitano, mentre a Lecce c’è stato Svilar. In senso opposto. Fatto sta che l’apporto di Lukaku è stato molto al di sotto delle aspettative. E non solo nelle ultime, negative, apparizioni della squadra di De Rossi. Ma è dall’inizio dell’anno solare che quel tassello che così bene aveva funzionato in autunno, tarda a riposizionarsi nel puzzle giallorosso.
Con il sistema di De Rossi il belga funziona molto meno che con Mourinho. Numeri di una crisi che sono impietosi per l’uomo che avrebbe dovuto risolvere il problema del gol in casa Roma. Il computo totale chiama 18 gol in 38 gare, ma racconta una realtà diversa rispetto all’attualità. Perché l’inizio di stagione è stato lanciato, con 14 reti in 25 gare, ad una media di un gol ogni due partite (0,56). Ma è il 2024 a fare la differenza: 4 gol in 15 partite, per una media di 0,31.