Il Corriere della Sera (L. Valdiserri) – Con eccellente tempismo, giovedì mattina, la famiglia Friedkin ha espresso la volontà di proseguire il lavoro con De Rossi. Prima della partita e non dopo. Il contratto non è ancora nero su bianco. Durata di tre anni o due anni con opzione sul terzo; parte economica fissa e con bonus a rendimento. Avrà un trattamento adatto a quello che ha dimostrato in questi tre mesi che, a grandi linee, può essere riassunto in tre punti.
A partire dal portiere – Svilar al posto di Rui Patricio – De Rossi ha immesso valore aggiunto ai conti del club. Il rendimento di Svilar è stato molto superiore a quello di Rui Patricio. La Roma ora può scegliere: tenerlo e farne un punto fermo o venderlo in Premier e incassare una plusvalenza di almeno 30/35 milioni. Pellegrini e Paredes sono rinati. El Shaarawy è stato la mossa decisiva nei due match contro il Milan anche giocando in una posizione per lui insolita. Dybala ha raddoppiato la media minuti/gol rispetto alla gestione Mourinho.
De Rossi dice di aver imparato qualcosa da tutti i suoi allenatori, ma ne porta tre nel cuore per motivi calcistici e di gestione del gruppo: Lippi, Luis Enrique e Spalletti. Allo spagnolo chiedeva spiegazioni per ogni esercizio tattico che faceva la squadra in allenamento: in pratica uno «stage» gratuito. Lucho a Trigoria parlava di «gioco associativo». De Rossi ama il calcio offensivo ma sa cosa vuol dire difendersi.