La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli) – Gli anni sono 34, ma in fondo è come se fossero 15 di meno. Perché adesso Daniele De Rossi è tornato al 2002, a quando non era ancora ufficialmente un compagno di squadra di Francesco Totti: prima era solo un ragazzino di belle speranze che sognava di diventare calciatore affermato, adesso è un uomo che di quel Francesco Totti è diventato l’erede. E allora questo compleanno, come quasi sempre lontano dalla famiglia (inevitabile, se sei nato il 24 luglio e fai il giocatore), sarà pure un po’ speciale, perché sarà, anzi è, il primo da capitano. Il primo con la fascia al braccio a tutti gli effetti.
FESTA – Probabilmente oggi ci sarà spazio soltanto per un brindisi e un pezzo di torta con i compagni, visto che domani si gioca contro il Tottenham, la cena di squadra c’è stata sabato sera, tutti i senatori allo stesso tavolo e Kolarov accanto a lui. E non solo perché hanno lo stesso agente. Da leader, De Rossi ha lanciato un segnale, pur senza parlare. Le parole, invece, le ha riservate ieri pomeriggio ai tifosi che sono andati a vedere lui e Paolo Maldini in un locale di Boston. E, inevitabilmente, ha risposto alle domande su Francesco Totti: «Lo sento sempre, per non lasciarlo solo… Ma lui solo non lo sarà mai. Ma bisogna andare avanti, lui affronterà una situazione nuova, noi anche andremo avanti, anche se senza Totti sarà diverso. È un grande amico».
RIVALI – Amici, De Rossi, ne ha anche nella Juve. E non lo ha mai nascosto. Così come non ha mai nascosto la rivalità sportiva, sempre un po’ più forte delle altre: «L’amichevole contro di loro il 30 sarà una partita vera, una tappa importante del nostro precampionato. Quando li affronti in campionato – aggiunge –, sai che la vera difficoltà sta nel gruppo: la difesa è forte e gli altri reparti sono ben organizzati. Non hanno punti deboli, batterli non sarà semplice». E non sarà semplice sconfiggere neanche le altre, perché quest’anno la Serie A sarà più competitiva: «Di sicuro quando ho iniziato a giocare in Serie A il livello del campionato era alto e qui al mio fianco ne abbiamo un esempio (Maldini, ndr ). Ma si può trovare molta qualità anche adesso, da tre o quattro anni il nostro calcio è in crescita e il livello è aumentato».
VOGLIA DI VINCERE – Aumentato sì, la Juve grande rivale, ma De Rossi ha le idee chiare: «Se loro dovessero fallire voglio essere io a vincere. Il Napoli? Assolutamente no. È difficile avvicinarsi ai bianconeri, se ci avviciniamo vuol dire che stiamo facendo qualcosa di grande. Io ho ancora un paio d’anni per provarci». E ne ha ancora uno per provare a vincere il suo secondo Mondiale: «Il nostro gruppo è affiatato e Ventura può fare qualcosa di simile a quanto fatto da Conte. Potremmo essere gli outsider come nel 2016, magari un po’ più fortunati…». Fortuna sì, ma anche lavoro con la Roma. Senza pressione, nonostante la fascetta. Solo un po’ di responsabilità in più, ma a 34 anni le spalle sono larghe abbastanza.