Corriere dello Sport (R. Maida) – Non è una prima visita ma è una prima volta. Daniele De Rossi viaggia alla scoperta dell’Europa cominciando da uno stadio che ben conosce: “Troveremo un’atmosfera molto calda” ha sottolineato riferendosi allo stadio De Kuip, la tana del Feyenoord, dove l’Italia di Totti perse un Europeo al golden gol e la sua Roma vinse una partita importante nove anni fa, sempre a febbraio e sempre all’altezza dei sedicesimi, con un monumentale Gervinho incurante delle banane gonfiabili tirate in campo dai tifosi olandesi. Ah: Gervinho, come Ndicka, aveva appena vinto la Coppa d’Africa.

Solo che all’epoca l’allenatore era Rudi Garcia mentre stavolta tocca a lui pensare, organizzare, guidare una squadra che ha appena incassato quattro gol dall’Inter. Come tutte le esperienze nuove, anche questa sarà stimolante. Ma De Rossi sa bene che in campo internazionale si giocherà una buona fetta della sua credibilità. In meno di un mese ha già dato un’impronta visibile alla Roma, ha vinto le partite che doveva vincere e perso l’unica che poteva perdere. Però la doppia sfida con il Feyenoord, un vortice di incertezza determinato da un brutto girone di qualificazione sul quale ovviamente De Rossi non aveva modo di intervenire, offrirà ai Friedkin l’occasione di un piccolo consuntivo sul lavoro del sostituto di Mourinho.

La trasferta non si annuncia semplice, come del resto un anno fa quando una buonissima Roma tornò a casa con una sconfitta pericolosa e conquistò la semifinale soltanto grazie a un virtuosismo di Dybala che la accompagnò ai supplementari. Ma è un test anche di tenuta mentale e fisica, che passa per Rotterdam e si aggancia alla successiva partita a Frosinone. Mai De Rossi ha dovuto allenare tante partite ravvicinate e quindi ricorrere alle rotazioni: tra Cagliari e Inter ha cambiato solo un giocatore nella formazione titolare, Huijsen per Llorente, e per precauzione, non per scelta. Stessa cosa era accaduta nella settimana precedente: tra Salerno e Cagliari, dentro Paredes per Bove più il nuovo arrivato Angeliño per l’adattato Kristensen. Stop. Da ora scopriremo anchele doti di De Rossi come gestore di risorse umane.