Corriere della Sera (M. Colombo) – La partita dei diritti tv e la sfida epocale di aprire all’ingresso dei fondi di private equity si intrecciano in maniera pericolosa, fino a determinare un nuovo rinvio del voto sull’assegnazione dei diritti tv del prossimo triennio. Ieri i presidenti si sono riuniti in assemblea dove hanno ascoltato le proposte e i piani strategici dei due broadcaster in gara.
[inline]
Se le cifre e i progetti di Dazn hanno convinto la quasi totalità dei club ad abbracciare la svolta storica di traslocare il campionato italiano sulla piattaforma streaming, solo metà delle società erano a favore di un’immediata aggiudicazione dei diritti. Dieci club, tra cui Juventus, Milan, Inter e Lazio, hanno spinto invano per accettare subito l’offerta di Dazn che ha messo sul piatto 840 milioni e, nell’ora concessa per la presentazione dei programmi, ha rassicurato tutti i presenti sullo sviluppo tecnologico della piattaforma.
[inline2]
L’altra metà delle società, tra cui Roma e Torino, ha preferito invece temporeggiare, spostando il voto alla prossima settimana. La cautela non è figlia però di una propensione per la proposta di Sky, più bassa economicamente, 750 milioni: è indotta casomai dalla volontà di sbloccare prima la partita dei fondi, che fino alla scorsa settimana sembrava indirizzata verso lo sbocco naturale della firma sul contratto preliminare con il consorzio Cvc-Advent-Fsi, e poi si è improvvisamente sospesa. A ostacolare l’ingresso dei fondi nella media company è intervenuta la sorprendente retromarcia del presidente della Juventus, Andrea Agnelli, che dopo aver invocato una nuova governance ora è diventato il principale alleato di Claudio Lotito.