La Gazzetta dello Sport (A. Pugliese) – Sarà quella faccia da duro o forse anche solo un fisico a metà strada tra rugbista e culturista. Sta di fatto che da ieri, con l’arrivo di Kevin Danso, ogni romanista si sente un po’ più sicuro di prima. Forse perché contro Cagliari ed Empoli la retroguardia ha palesato difficoltà evidenti o forse perché con il nuovo centrale austriaco De Rossi avrà più possibilità di scelta, ad iniziare dalla difesa a tre, provata finora solo nel secondo tempo di domenica scorsa. O forse solo perché Danso è un difensore forte, atleticamente performante e veloce quel che basta per andare a colmare una lacuna nella difesa giallorossa, dove nessuno dei centrali ha doti di velocista.
La speranza, ovviamente, è che l’austriaco diventi presto anche il muro giallorosso. Anche se il paragone è ingombrante, considerando che “The Wall” a Roma è sempre stato solo un certo Walter Samuel, uno dei segreti del terzo scudetto romanista. Danso ieri è sbarcato a Roma poco prima delle ore 13. Esattamente a Ciampino, in un aeroporto ancora frequentato dai vacanzieri, con una trentina di tifosi giallorossi arrivati solo per dargli il benvenuto. L’austriaco ha sorriso, firmato autografi, giochicchiato soprattutto con i bambini che erano lì. Sul suo volto era dipinta la felicità per la chiusura di una trattativa che la Roma ha portato a termine mettendo sul piatto della bilancia ben 25 milioni (prestito con obbligo di riscatto, per un totale di 22 milioni più 3 di bonus al Lens). Oggi invece sarà a Trigoria: foto ufficiali, firma del contratto (5 anni, a circa 1,8 milioni a stagione più bonus), prima intervista con i canali tematici del club e la conoscenza dell’allenatore e dei suoi nuovi compagni di squadra.
Danso è nato in Austria, dove il padre si era trasferito dal Ghana per cercare fortuna, lavorando in un’acciaieria. Poi a sei anni si è trasferito in Inghilterra, dove ha continuato il suo percorso di crescita. L’altra sua grande passione è il cinema, tanto che in passato ha rivelato: “Volevo diventare un attore d’azione”. Con lui De Rossi adesso ha davvero una serie di soluzioni in più, ad iniziare proprio dalla difesa a tre, il sistema che Danso predilige. E in più, anche giocando a 4, potrà scivolare facilmente verso quel 3 e mezzo che tanto piaceva a Spalletti, con Mancini inizialmente terzino destro in fase difensiva e centrale in costruzione (e Angeliño più alto, a tutta fascia). Roma forse ha trovato il suo nuovo muro. Samuel permetterà il paragone.