Napoli prima, Roma poi. Per Daniel Fonseca la partita di domani (ore 18) tra la squadra di Antonio Conte e di Claudio Ranieri, con cui condivide anche il passato a Cagliari, non è una gara qualsiasi. L’uruguaiano ha parlato della sfida del Maradona al Corriere dello Sport, svelando anche uno scioccante episodio della vita privata avvenuto due settimane fa.

La vedrà?

“Guardo sempre le partite del campionato italiano. Del Napoli del mio amico Antonio”.

Su Ranieri.

“È il mio padre calcistico: da lui ho imparato molto e con lui sono maturato molto. È stato fondamentale per me e i miei approcci con il calcio italiano. È stato anche molto paziente”.

Quando parla di Ranieri c’è sempre l’aggettivo: “Molto”.

“Eh, il mister… Mi ha voluto al Cagliari a 21 anni, ha creduto in me e ha avuto tanta, tanta pazienza”

Era tremendo?

“No, macché: i primi sei mesi sbagliavo tutto, non riuscivo a tirare neanche in porta… A Cagliari ci è andata bene”. Dal 1990 al 1992: 50 partite e 17 gol. “Sì, e poi mi portò al Napoli. Ricordo che prima di firmare mi chiamava e mi diceva: ‘Sono tuo padre, non dimenticarlo, non mi tradire, non andare alla Juve o all’Inter’. Peccato non aver avuto continuità, dopo due anni dovettero vendermi”.

Due settimane fa, invece, ha vinto da solo. Cosa le è successo?

“Una giornata intera di dolori, senza capire da cosa dipendessero. Poi alle 5 del mattino mi comincia a fare male l’appendice, pareva che esplodesse e alle 7 sono andato in ospedale. Dopo poco ero in sala operatoria, appena in tempo. Appendicite e peritonite. Un casino: un’ora e 40 di intervento, in genere dura una ventina di minuti. Sembra una stupidaggine ma ho rischiato di morire. Grazie a Dio ero in Uruguay, con i miei medici, ed è andato tutto bene. Sono felice”.

Lo siamo tutti. Lo saranno anche Conte e Ranieri. E i tifosi di Napoli e Roma.

“Sono due squadre che ho amato molto. Forse le cose sono andate meglio con il Napoli, ma anche alla Roma è stata un’esperienza straordinaria. Dal 1994 al 1997, 65 partite e 20 gol. Fantastico Carletto Mazzone. Il mio amico Totti… Poi è arrivato Carlos Bianchi e sono andato via”.

E se Totti tornasse a giocare sul serio?

Il Pupone è capace di tutto. Io, però, non penso che sia opportuno, può fare cose più interessanti”.

Ranieri com’è, invece?

“Sinonimo di certezza. Non lo sento da qualche anno, ma sono felice per lui: merita la Roma per la carriera e anche perché è romano e malato giallorosso. La sua caratteristica è dare certezze, equilibrio a tutti: squadra, ambiente e società. Lo chiamerò presto”.

Su Dybala e Kvara.

“Sono due artisti. I fuoriclasse possono decidere e risolvere. Mi spiace che Paulo sia stato perseguitato dagli infortuni: chi ama il calcio non se lo gode con la giusta continuità”.

Attaccanti: Lukaku o Dovbyk?

“Eh, veramente forti. Sarà una bellissima partita, tutti hanno bisogno di vincere: il Napoli per il primo posto, la Roma per ritrovare sicurezze e pace”.