Il Tempo (M.Vitelli) – “E’ una prova d’amore verso la città“. Con questa frase il 19 gennaio 1987 il presidente della Roma Dino Viola presentava all’allora sindaco Signorello il progetto del megastadio da realizzare nell’area della Magliana. Viola è un visionario, all’epoca l’idea di possedere un impianto sportivo di proprietà non è nei piani delle società di calcio. L’intuizione dell’Ingegnere giallorosso sbatte contro i muri invisibili della politica e si arena. Gli anni passano, l’idea resta, anche se occorrono diverse stagioni prima che si torni a spingere con una certa convinzione sull’argomento. E’ il 2012 quando la Roma presenta al sindaco Alemanno un nuovo progetto, questa volta nell’area di Tor di Valle. Nel 2014 il presidente Pallotta viene ricevuto in Campidoglio dal sindaco Marino, dove mostra l’ennesimo progetto che vedrebbe la realizzazione dello stadio da parte della società Eurnova di Parnasi.
Dopo due mesi, Eurnova presenta lo studio di fattibilità e gli elaborati del progetto vengono presentati al Comune di Roma la prima volta nell’estate del 2015, poi integrati una seconda volta nel maggio 2016. Ma appena un mese più tardi Roma ha un nuovo sindaco, Virginia Raggi, che aveva sempre contrastato duramente il progetto di Pallotta. A novembre 2016 si apre la Conferenza dei Servizi, poi il 31 gennaio 2017, nel corso della quinta seduta, il Comune chiede una proroga di 30 giorni esprimendo il proprio “parere non favorevole“. Il 5 aprile del 2017 la Regione Lazio procede alla “Conclusione negativa della Conferenza dei Servizi“. Seguono proposte, delibere e ipotesi di tagli di cubature e arresti per associazioni a delinquere finalizzata alla corruzione nell’ambito del progetto per lo stadio a Tor di Valle. E’ il tramonto, prima di una nuova alba.