Il Messaggero (A. Angeloni) – L’Olimpico, finalmente. Di nuovo, dopo un po’. Dopo le lacrime, dopo i sogni, dopo aver sfiorato un qualcosa di magico. Sempre qui, tra le mura di casa. Claudio Ranieri ritrova l’amico perduto, anche in questa avventura, dopo aver guidato la Roma a Napoli e Londra. Torna nel suo stadio, con lui spesso inviolato.
L’ultima volta dalla panchina dell’Olimpico aveva salutato una bandiera come lui, Daniele De Rossi, che stava abbandonando la Roma (e la Roma lo aveva abbandonato) ma non il calcio. Roma-Parma, 26 maggio 2019: Daniele salutava con al suo fianco Sir Claudio, Bruno Conti e Francesco Totti. Sarebbe tornato. Come Claudio, qui, di nuovo e quel giorno nessuno poteva prevederlo. Ranieri è tornato proprio al posto di Daniele, passando per Juric.
L’Olimpico è una giostra, un saliscendi di emozioni. Qui Ranieri ha vissuto svariate gioie, ha pianto, si è emozionato. Ranieri era sempre lì, in panchina o in tribuna, nella sua giostra. All’Olimpico, con lui, abbiamo potuto ascoltare il boato più fragoroso dei tifosi, quasi al pari quasi di quello storico di Roma-Colonia al gol di Falcao, correva l’anno 1982: Ranieri indossava la maglia del Catania, faceva ancora il calciatore, i giallorossi stavano vincendo lo scudetto e sollevavano il petto in coppa Uefa, prima della grande cavalcata dell’anno dopo nella Coppa dei Campioni. Quel boato ranieriano era legato al nome di Luca Toni, si giocava Roma-Inter, quella rete regalava la vittoria contro Mourinho, era il sogno scudetto per la sua Roma, che poi sparì contro la Sampdoria, qualche settimana dopo, poco meno di un mese.
Poi, sempre all’Olimpico il ricordo di quel derby, con i due esclusi alla fine del primo tempo, chi non lo ha dimenticato? Totti e De Rossi in panchina, ma come? Oltraggio. No, Claudio può tutto, poteva tutto all’epoca. Quei due non stavano giocando per niente, erano due in meno, ma si chiamavano Totti e De Rossi. Che fare? Sor Claudio aggiusta tutto, li lascia in disparte e vince il derby in rimonta, doppietta di Vucinic.
L’Olimpico è magico, con Ranieri, anche nel ruolo di semplice spettatore. Le sue lacrime la notte di Roma-Leicester, applaudito da destra e da sinistra. Stasera, un’altra accoglienza, il terzo inizio: la Roma ancora non sa se ci sarà spazio per provare a immaginare qualcosa di eclatante, di inaspettato, o se sarà solo l’ennesimo viaggio da traghettata. Ma Caronte-Ranieri, le anime, dovrà evitare di portarle all’inferno. Meglio stare sulla giostra.