Il Messaggero (G. Lengua) – Il tocco del campione arriva al 68′ di una partita che per Paulo Dybala non è stata come le altre. E non lo sarà mai. Avrebbe voluto celare le emozioni in fondo al cuore, ma non ce l’ha fatta. Perché la storia pesa troppo. Pesa per lui e per i tifosi della Juventus che all’annuncio delle formazioni lo hanno applaudito. Lui ha risposto con un saluto, nulla di più.
Il rispetto verso i romanisti è enorme, lo si vedeva dagli occhi che aveva durante il riscaldamento. Cercava di restare concentrato, di non farsi trascinare dal core e di usare solo la testa. Ma le lacrime di maggio erano troppo vicine per affrontare un vecchio amore con la freddezza necessaria. E chissà se qualche avversario abbia puntato proprio su questo.
Fatto sta che Dybala non è stato Dybala fino all’assist per Abraham. Un tocco in mezza rovesciata su calcio d’angolo battuto da Pellegrini che finisce sulla testa di Tammy. L’ex Chelsea lo schiaccia a rete e si sblocca. Lo ringrazia con un bacio, la Joya è più sollevato e corre ad abbracciarlo.
Perché quell’assist rappresenta qualcosa di più. Si è scrollato da dosso il peso della sua storia e adesso potrà camminare sereno. ha contribuito a fare male alla Juventus e alla sostituzione (77′) sono arrivati i primi fischi. Si sta sta trasformando in un nemico ed è forse la cosa migliore che gli potesse accadere da calciatore della Roma.