Corriere della Sera (L. Valdiserri) – Come succede agli uomini di personalità politici, letterati o allenatori fa lo stesso – Mourinho ha detto cose bellissime e orribili dopo la finale di Europa League. Partiamo dal bello, detto alla squadra: “Sono orgoglioso di voi, avete fatto una grande partita e tutto il mondo l’ha visto” .
Non ha solo rincuorato i calciatori. Ha costruito un ponte invisibile tra generazioni di romanisti che parte dal gol annullato a Turone in Juve-Roma del 10 maggio 1981, che costò ai giallorossi lo scudetto, e arriva all’arbitraggio di Taylor a Budapest. Una direzione scadente, salvata solo dall’intervento della Var.
Chi si dice tifoso della Roma non può giustificare quel comportamento. Lo direbbero anche i nonni e i padri, quelli del gol annullato a Turone – quasi sicuramente valido -, quelli della finale di Coppa dei campioni persa ai rigori contro il
Liverpool, quelli di Roma – Lecce. Ma qualcuno di loro non c’è più e molti altri, per loro fortuna, non stanno sui social. Se fossimo il sindaco Gualtieri e la AS Roma inviteremmo la famiglia Taylor per una vacanza nella Capitale. Giusto per far vedere che una frangia senza regole non è la città.