Il Messaggero (G. Lengua) – Proseguire sulle orme di José Mourinho che aveva fatto della difesa il fiore all’occhiello della Roma, non era affatto facile. Soprattutto considerando che le scelte tattiche di De Rossi, inizialmente, sono andate nella direzione opposta. Ossia rinunciare a un centrale a favore di un giocatore offensivo. Eppure, lavorando su movimenti con e senza palla, sul mutuo soccorso da parte degli attaccanti e su accorgimenti semplici ma efficaci, Daniele è riuscito nell’impresa di tenere quasi blindata la porta di Svilar. Sono solo 9 i gol incassati in undici partite di Serie A, tre in cinque di Europa League (esclusi i rigori col Feyenoord). Domani contro l’Udinese andrà alla ricerca del quinto clean sheet consecutivo: l’ultima, e inutile rete incassato, porta la firma di Welbeck, un mese fa a Brighton.
Ma la vera svolta è stata la strategia difensiva adottata negli ultimi tempi: un reparto fluido che costruisce a tre e difende a cinque. Aiutano tutti, soprattutto gli esterni come El Shaarawy che a Milano ha accettato di giocare a destra per supportare Celik nella marcatura di Leao. Il recente ritorno di Smalling rappresenterà una carta da sfruttare, l’inglese non ha sbagliato una partita da quando De Rossi è in panchina. Quello che succederà in estate in fase di mercato è ancora da scoprire (contratto in scadenza a giugno 2025), ma se dovesse arrivare la stessa offerta araba di trasferimento giunta la scorsa estate a Trigoria, questa volta la risposta dei dirigenti potrebbe essere positiva.