Il Messaggero (A. Angeloni) – Venti giorni per un paio di verdetti niente male. A Bergamo, il 12 maggio, sapremo: Daniele De Rossi e la Roma sapranno. Se tutto il bel lavoro svolto da Daniele fino a oggi, avrà dato i suoi frutti. Parliamo di piazzamento in Champions League e l’eventuale finale di Europa LeagueDublino. Intanto, per la Roma, è fondamentale esserci e giocarsela, un qualcosa che tre mesi fa sembrava improbabile. I venti giorni di fuoco contengono cinque partite di campionato e le due semifinali di Europa League con il Leverkusen. Tra le sfide di Serie A, c’è anche quell’Udinese-Roma, che comporta un viaggio e solo una ventina di minuti di gara.

Quei venti giorni prevedono pure una gestione della rosa, che ha alcune riserve all’altezza dei titolari e alcuni titolari insostituibili. Lukaku è uno di questi e De Rossi dovrà trovare una soluzione che possa non far rimpiangere il belga. C’è il fragile Dybala, che con Daniele ha giocato più del normale, ma non può fare sette partite tutte d’un fiato e non può mantenere il suo livello, altissimo. Poi ci sono i diffidati poi, sia in campionato (Azmoun, Llorente, Huijsen, Lukaku, Mancini e Paredes), sia in coppa (Paredes e Spinazzola). Una specie di percorso a ostacoli per De Rossi, chiamato a scelte complicate e a sbagliare il meno possibile. Si comincia lunedì, la Roma in campo contro il Bologna e mancherà Lukaku, come all’andata.