Corriere dello Sport (R. Maida) – Ne arriverà uno, per forza. Senza Abraham, la Roma sta peggio. Senza Abraham, pure deludente nell’ultima stagione, serve un altro centravanti che possa migliorare la dote realizzativa complessiva. Senza Abraham, sì, ma anche con Abraham. 

Partiamo proprio da qui allora. Il giocatore giusto è stato individuato da Tiago Pinto e Mourinho prima di Roma-Spezia, la partita che ha determinato il cambio di strategia a causa dell’incidente di Abraham. Parliamo di Alvaro Morata, centravanti maturo ma non vecchio, grande amico nonché compagno di vittorie di Paulo Dybala alla Juventus.

Morata tornerebbe in Italia di corsa e, secondo quanto scrivono i media spagnoli, ha rinnovato il contratto con l’Atletico Madrid fino al 2026 con una clausola rescissoria da 10 milioni. L’Atletico, però, ha fissato a 30 milioni il prezzo di vendita. Su Morata si è mosso anche il Milan. Fino a quelle cifre la Roma non può spingersi ma se da Madrid aprissero alla formula di un prestito con obbligo di riscatto vincolato alla qualificazione alla Champions League, forse un discorso si potrebbe aprire.

L’altro nome gradito è Gianluca Scamacca, pure adocchiato dal Milan. Tiago Pinto ha già raggiunto un accordo con l’entourage del giocatore, che sta ultimando la convalescenza dopo l’operazione a un menisco e sarà pronto ad allenarsi entro una ventina di giorno. Il problema della Roma (e non solo) è che il West Ham non lo lascia partire in prestito, almeno per il momento. Dopo aver investito su di lui 36 milioni più 6 di bonus, un affarone per il Sassuolo, gli inglesi vogliono rientrare di ciò che hanno speso. Questo non significa chiusura totale. Tra un mese, se non dovessero arrivare offerte soddisfacenti, Scamacca potrebbe comunque andare via a condizioni più morbide per chi lo ospitasse.