Pagine Romaniste (L. Meriggioli) – Se chiedessimo a un qualsiasi tifoso della Roma i due giocatori più rappresentativi della squadra negli ultimi anni, con molta probabilità a una quasi unanimità riceveremo come risposta Dybala e Mancini. E se l’estro e la tecnica di qualità mondiale dell’argentino (al top della forma) sono sotto gli occhi di tutti, forse passa in secondo piano il lavoro svolto dal difensore classe ’96, leader della difesa e bomber all’occorrenza.
Quello di ieri sera contro il Lecce, è solo l’ennesimo gol messo a segno dal vice capitano giallorosso. Nella scorsa stagione, il numero 23 della Roma è stato al vertice di una speciale classifica: quella dei difensori più prolifici di Europa. Con ben sette gol all’attivo Gianluca ha occupato il secondo posto, accompagnato da Bardakci (Galatasaray), Sergio Ramos (Siviglia), e Omar Colley (Besiktas).
FATTORE CASA
Ieri sera i capitolini hanno sfidato il Lecce nella quindicesima giornata di Serie A, e dopo l’iniziale vantaggio firmato da Saelemaekers, gli ospiti avevano ristabilito la parità con Krstovic dal dischetto. È stato Mancini a siglare la rete del 2-1, che ha poi aperto le danze a quelle di Pisilli (66′) e Koné (86′). Per il vice capitano giallorosso si tratta del secondo gol stagionale, nonché il primo in campionato: finora aveva messo a segno quello del momentaneo 0-1 contro l’Union Saint Gilloise in Europa League.
Sebbene per l’appunto la scorsa rete di Mancini sia arrivata fuori casa, c’è un curioso dato che riguarda lo score del difensore. Secondo quanto riportato da OptaPaolo, tutti gli undici gol di Mancini in Serie A con la Roma sono arrivati in gare casalinghe, nove delle quali di testa. Forse una casualità. “Non è nelle stelle che è conservato il nostro destino, ma in noi stessi” per citare Shakespeare. E chissà che il destino del 23 della Roma, solito celebrare le sue reti inchinandosi ai tifosi giallorossi, sia proprio quello di farlo davanti la maestosa Curva Sud. “È sempre bello segnare davanti ai nostri tifosi. Non ci fanno mai sentire soli” ha dichiarato il giocatore ieri al termine della gara.
IL LEGAME CON I TIFOSI
La stessa Curva Sud che qualche mese gli aveva dedicato queste parole a seguito delle duecento presenze con la maglia del club: “Cuore e sacrificio in campo, fomento sotto la curva… Gianluca Mancini romanista ideale”. Nato a Pontedera, Gianluca è arrivato nella Capitale nel 2019. Con alti e bassi si è conquistato il cuore dei tifosi, dando sempre il massimo per la maglia, come sottolineato anche da José Mourinho in più di un’occasione: “Mancini non si è allenato tutta la settimana ma domani gioca perché se non ha triple fratture lui gioca sempre”. Dall’assist per la rete di Zaniolo in finale di Conference League ai due gol al Milan nelle semifinali di Europa League dello scorso anno. Le reti messe a segno nel corso degli anni nei big match con Inter e Juve e forse quella più amata dai tifosi della Roma: quella che ha deciso lo scorso derby contro la Lazio.
IL GOL NEL DERBY
La stoccata di testa sotto la Curva Sud al 41′ resterà nella storia della stracittadina, soprattutto per l’esultanza del giocatore, che a fine partita ha sventolato una bandiera biancoceleste con un ratto sopra, la quale ha destato non poche polemiche. Il numero 23 aveva rimediato per l’accaduto una multa da 5mila euro, e i tifosi della Roma di loro risposta avevano avviato una raccolta fondi per pagare la somma al posto del giocatore. Chiaramente un’iniziativa simbolica, volta a mandare un messaggio, come chiarito anche dall’avvocato Lorenzo Contucci: “Riteniamo che il derby sia sfottò, la multa a Mancini la paghiamo noi. Si invitano i tifosi che si rispecchiano in quello che ha fatto Gianluca a versare un’offerta libera”.
La risposta del difensore? Ha devoluto l’intera somma raccolta alla “Locanda dei girasoli“, (inserimento lavorativo di persone con sindrome di down). Altri sono stati i gesti extra campo di Gianluca che non sono passati inosservati: come quello in occasione di Roma-Udinese. Il difensore è entrato in campo con delle cuffie, il motivo? Il vice capitano è entrato in campo tenendo per mano un bambino non udente che indossava le cuffie, ed ha voluto fare lo stesso.
In campo e fuori, nei “giorni di burrasca e in quelli senza vento”. È lui il cuore e l’anima della squadra.