La Repubblica (A. Di Carlo) – Dal Barcellona alla Salernitana, aspettando il Bodo. Storie di rimonte, di sofferenza, di gioie finali. Evidentemente quando la Roma scende in campo il 10 aprile non esiste copione già scritto o un esito troppo banale. A prescindere dalla portata del risultato o dell’avversario, l’Olimpico festeggia un’altra rimonta, quattro anni dopo la magica remuntada ai danni di Messi e compagni. Questa volta non c’è una semifinale di mezzo, ma una gara di campionato importante per il cammino dei giallorossi: a farne la spesa è la Salernitana di Nicola, che per 80 minuti culla il sogno di portare via tre punti ai giallorossi. Poi in quattro la Roma di Mou sistema la pratica con Carles Perez e Smalling, collezionando l’undicesimo risultato utile consecutivo.
Lo Special One ha dato la sua lettura della partita: “È la vittoria della panchina, visto che eravamo stanchi. Siamo riusciti a cambiare la partita con gente fresca, dando più energia alla squadra. Abbiamo meritato anche non giocando bene, ma abbiamo voluto vinere fino alla fine“. Erano 56mila gli spettatori sugli spalti dell’Olimpico: “Fantastico. Amore e passione. I nostri giocatori devono sentire maggior responsabilità nei confronti dei nostri tifosi. Incredibile, davvero incredibile e giovedì ci sarà nuovamente lo stadio pieno, è semplicemente fantastico”.
Ma nella pancia dell’Olimpico non c’è solo spazio per la gioia giallorossa. Nel post gara l’ex ds Walter Sabatini ha tuonato senza fare sconti a nessuno: “Con tutto il rispetto per la Roma e il risultato assisto a delle cose ignobili dal punto di vista calcistico e sportivo. Mourinho dirà che non mi conosce e che non ho vinto i titoli, ma non me ne frega un c… Quello che sta succedendo in campo quando si viene a giocare a Roma è inaccetabile. Tutta la panchina che si alza ed entra in campo per ogni decisione arbitrale, anche per un fallo laterale. Ci manca un rigore netto, sono incazzato“. Mourinho ha riconosciuto questo atteggiamento da parte della panchina ed è andato a scusarsi.