Cristiano Ronaldo: “Totti? Continua ad essere un grande. Può giocare ancora due o tre anni”

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La Gazzetta dello Sport – «Nella mia testa sono il miglior giocatore del mondo. E lavoro sodo tutti i giorni con l’ambizione di essere il più forte. Poi è naturale che tocca agli altri giudicarmi». Cristiano Ronaldo è appena sceso dal palco dove La Gazzetta dello Sport e Marca gli hanno consegnato il premio come numero 1 della Champions League 2015-2016, quella vinta dal Real Madrid lo scorso 28 maggio a San Siro. In prima fila Florentino Perez e Zinedine Zidane si mangiano con gli occhi il loro pupillo. Dentro la sala scorrazza invece il figlio Cristiano junior che oggi ha sei anni ed è un bambino vispo e simpatico. Il papà campione non lo perde di vista un attimo e quasi lo rimprovera con lo sguardo quando nota che sta esagerando con le patatine. Look curato, CR7 sfoggia un principe di Galles all’ultima moda e gli immancabili diamanti sui lobi delle orecchie. Appare disteso, sicuro di sé in ogni risposta. A 31 anni è un uomo e un calciatore maturo pronto ad attaccare nuovi record. Si mette comodo e comincia l’intervista. Prima di tutto il premio: «Lo considero un trofeo importante perché qui ha votato la gente normale, i tifosi del calcio che hanno un modo diverso di vedere e giudicare le partite rispetto a tecnici e giornalisti. E ciò dà felicità». Questo un estratto delle sue parole:

La Juventus ha fatto una campagna acquisti molto importante prendendo gente come Higuain, Pjanic e Dani Alves solo per citarne alcuni. E ha l’obiettivo dichiarato di vincere. La mette nel lotto delle pretendenti?
«Certo, arriverà molto lontano. Negli ultimi anni sta giocando bene, è una squadra forte, soprattutto quando è allo Stadium dove è davvero difficile da battere».

La coppia d’attacco argentina Higuain-Dybala è considerata una delle più forti del mondo.
«Penso sia vero. Sono stato compagno di squadra di Higuain, è un buon attaccante che segna tanto. Ma i conti si faranno a fine stagione in base ai trofei che riusciranno a conquistare. Spero che non vadano troppo bene in Champions perché a quella coppa teniamo noi. Vogliamo essere i primi a vincerla per due anni di fila. Diciamo che se la Juve si aggiudicasse lo scudetto non mi dispiacerebbe…».

E il Napoli del suo amico Callejon?
«Lo vedo molto bene. Ho seguito la partita che hanno giocato contro il Benfica e mi sono fatto l’idea di un gruppo forte. Callejon sta disputando un ottimo inizio di stagione, sono contento».

L’Inter ha ingaggiato il suo compagno di nazionale Joao Mario: è un elemento che può far fare il salto di qualità ai nerazzurri?
«Sì, credo sia un vero valore aggiunto: è molto bravo e vedrete che darà tanto. Ci siamo parlati, mi ha detto che in squadra ha grandi giocatori e che il campionato italiano è molto difficile ma che si sta adattando bene. Non conosce ancora la vostra lingua ma tra qualche mese sarà in grado di cavarsela».

A proposito della Serie A, si è sempre raccontato di un paio di società che nel 2003 quando lei era ancora allo Sporting Lisbona hanno cercato di ingaggiarla. Ci svela quali erano?
«L’Inter e la Juventus. Volevano darmi un’opportunità. Però il mio sogno era giocare a Manchester e lì sono andato».

Che opinione ha del nostro calcio?
«Avete un campionato impegnativo, che dopo qualche anno di appannamento sta tornando quello di prima. Sono arrivati giocatori molto bravi e il livello si è rialzato. Questo è un bene anche per l’Europa perché così in Champions vanno squadre maggiormente competitive».

A proposito, in Italia gioca ancora Totti che ha da poco compiuto 40 anni.
«E’ stato un grande e continua a esserlo. Me ne sono reso conto la stagione passata quando l’ho avuto come avversario. Credo possa restare in attività ancora due o tre anni. È importante per i giovani, devono capire che l’età non conta niente».

Lei ha fissato un punto d’arrivo della carriera?
«Non penso mai all’addio. Mi vedo in campo per tantissimo tempo. Finché il corpo risponderà bene continuerò a fare quello che mi piace di più».

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